Giacinto Satta
Sassari, Tipografia della Nuova Sardegna
Il tesoro degli angioni
Giacinto Satta
p. 132
Il suo volto è coperto d’un pallore spaventoso, reso più evidente dal rosso vivo del cappuccio che lo inquadra.
p. 146
Compassato, rigido, solenne, la faccia esangue, senza espressione, gli occhi grigi, d’un grigio opaco d’ardesia, atoni, senza luce dietro gli eterni occhiali d’oro, la bocca a taglio di coltello.
p. 151
#822; C’è... che vostra reverenza si degnerà di venire con noi al Commissariato, ecco tutto! – rispose il Carli con un sorriso ironico sotto i suoi grossi baffi grigi.
p. 154
Nessun rumore sospetto: qualche stridìo d’insetto, qualche suono indistinto, lontano che ondeggiava nell’aria umida sotto il cielo nero trapunto di stelle.
p. 154
Aveva colto giusto: il pozzo si apriva a due passi dal muro [...]: una barriera verde che anche vista o meglio traveduta all’incerto chiarore delle stelle, non doveva essere stata violata da un pezzo, tanto era compatta e senza apparente soluzione di continuità.