Ottone Bacaredda
Cagliari, Tipografia del Commercio, 1881
Bozzetti sardi
Ottone Bacaredda
p. 133
Tre donne […] colle loro vesti di bordato, colla pezzuola di cotone, che, scendendo sul petto, segue le graziose ondulazioni del tumido seno, colle ampie maniche della camicia rimboccate che lasciano a nudo certe braccia torose, carnacciute, degne d’una Fornarina, le direste tre donne d’Itaca che tessono la camicia all’eroe di Omero.
p. 142
All’improvviso, una fra le donne più giovani […] emette un grido di dolore, e gettando all’indietro il lembo del mento che le copriva il viso, e battendo disperatamente palma a palma, improvvisa un’elegia funebre, di cui a prima giunta ci colpì la frequente irregolarità del metro e delle rime. Qualcosa di somigliante a questa scena avevamo visto dipinto sui vasi etruschi, e ci ricordò di aver letto in Omero i flebili canti di Andromaca, di Ecuba e di Elena sul cadavere di Ettore, e quelli di Briseide sulla salma di Patroclo.