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ENRICO COSTA


Come in cielo così in terra
Enrico Costa
 

                  MISTERO

Per l'aere muto, in suono di lamento,

Di mezzanotte il lugubre

Lento squillo s'udì;

E una fulgida stella in quel momento

Errò in cielo, tremò, cadde... sparì...

 

Nina quel dì spirò... Perché? - mistero.

Dov'è la Nina? - un crepito

Di ceri, pochi fior,

Una stanza deserta, un drappo nero

E una lampa votiva che si muor!...

 

Morì a vent'anni - ma la sua memoria

Vivrà sempre nei palpiti

Di chi gentile ha il cor...

Venite a me! - vi narrerò la storia

Che racchiude il mistero d'un amor...

 

                      ***

Sovra un lembo di ciel pose il Signore

Due stelle un dì. Fra i vividi

Topazi di lassù

Altri più belli e di maggior splendore

Uomo non vide, né vedrà mai più!

 

Presso l'Eterno avean sublime stanza,

E Dio lor disse: " - Amatevi,

Figlie del mio pensier:

Amatevi, ma in casta lontananza,

Come in ciel s'ama... È questo il mio voler!

 

Sia puro il vostro amor. Guai se vi punge

L'ansia febbrile e cupida

D'avvicinavi, un dì!

Guai se una colpa i vostri rai congiunge!

Quel dì cadrete!... È il mio voler così! -"

 

                      ***

Vivean lassù quelle splendide stelle,

E avean, superbo talamo,

Due padiglioni d'or.

Vivean, disgiunte sì, ma quai sorelle,

Sotto l'ali pietose del Signor.

 

Vivean d'amor, di luce e d'armonia

In un soave palpito

D'arcana voluttà;

In una fiamma pudibonda e pia

Che mente umana immaginar non sa.

 

Quando il sol declinava in suo cammino,

Quegli astri si chiamavano

Con tenero sospir;

E bastava lo sguardo del mattino

Per vederli tremare e impallidir.

 

                     ***

Ma in quella notte tiepida e serena,

Per novo e occulto fremito

Quegli astri fiammeggiar:

Era un'ansia - un timor d'ignota pena

Per fallo ignoto - acre desìo d'amar.

 

" - Sorella mia - dicea con mesto accento

L'astro più basso all'intima

Compagna - intendi tu

Come un suon di preghiera e di lamento?

Forse sospira un'anima laggiù!

 

"Deserto parmi il ciel dov'io dimoro,

E la tua cara immagine

Più bella oggi m'appar...

Lascia il tuo padiglion d'azzurro e d'oro

E vieni al seno mio... ti vo' baciar! - "

 

Disse - e all'incanto del gentil linguaggio

Brillò di luce tremula

La stella... e impallidì;

E mandando all'amico un tenue raggio

Pien di desio, gli favellò così:

 

" - Tu pur sei bello!... oggi il tuo sguardo parmi

Più ardente. Invidio gli uomini,

Né ti so dir perché.

S'io potessi un istante a te accostarmi

La mia parte di ciel darei per te! - "

 

" - Vieni dunque! che temi, o mia sorella?

Vedi, la notte è placida

Ed è lontano il sol...

Questa voce che a noi d'amor favella

È la voce di Dio che mia ti vuol! - "

 

Vinta al suon della magica parola,

Giù nello spazio lanciasi

La fida stella allor,

E incontro a lui rapidamente vola,

Obliando il ciel, la terra, il suo Signor.

 

Ma i confini varcò da Dio prefissi;

E un lampo, un lampo orribile

Quell'astro in ciel mandò...

Errò, l'incauto! e negli eterni abissi

Senza luce quel dì precipitò.

 

                      ***

In quella notte stessa, alla stess'ora

Nina morì... Qual vincolo

Fra terra e ciel? - dov'è

Nina? - la stella ov'è?... La lor dimora

Sa Iddio - l'alto mistero udrai da me:

 

Quando una stella pallida e smarrita

Tu vedi in cielo spegnersi

In un bacio d'amor,

Prega per una povera tradita

Che in quell'ora solenne in terra muor!

 

 

 
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