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ENRICO COSTA


Spire di fumo. Capricci
Enrico Costa

    SPIRE DI FUMO

    Capricci di actos

SUI MOTIVI DEL CARNEVALE DI SASSARI

Il Carnevale ha ancora tre giorni di vita; ed io, seguendo la consuetudine degli anni decorsi, sento il dovere di farvi in proposito una delle solite chiacchierate.

Il Carnevale del 1877 non devesi certo annoverare fra i più strepitosi di Sassari - anzi non sarebbe male assegnargli un posto tra i più freddi, sebbene il freddo non sia stato in questa stagione molto sensibile. - Il Carnevale, nel nostro paese, va sempre più assottigliandosi, come le steariche Lanza di cinque al pacco. - In proporzione degli altri anni, le mascherine son poche... e quelle poche non appartengono certo a quella classe, che, un tempo, forniva il maggior contingente alle graziose celie, ai bei motti di spirito, e a quella piacevole conversazione che faceva delle nostre piazze dei veri salons. I Carneval sen vanno! dice, o dovrebbe dire il poeta - ma Actos non lo dice, perché la terra avrà sempre carnevali, finché l'uomo avrà molti pensieri e pochi denari.

Per esser giusti, però, bisogna convenire, che alla nostra popolazione non mancò il buon umore; e questi ultimi giorni si passarono fra l'assordante schiamazzo di Piazza Castello, fra i triplici veglioni rigurgitanti di ballerine, e le frotte di maschere d'ambo i sessi, graziose spesso, impertinenti qualche volta, loquaci sempre.

E la causa della maggior freddezza del Carnevale? - Ma!! risponderebbe Mefistofele - Actos invece non risponde così perché crede di indovinare la causa... anzi le due cause di questa freddezza.

Il mago indovino ha detto: " - Al tocco della mezzanotte del giorno 13, appena il martedì grasso manderà l'ultimo sospiro, si udrà un doppio vagito. Il martedì grasso, sgravandosi, darà alla luce in un sol parto due gemelli: - il giorno delle Ceneri e il 14 febbraio"; cioè a dire, il giorno del pentimento, e il giorno in cui gli Esattori dovranno pagare la multa per la rata bimestrale alla Banca Nazionale. Sarà un doppio memento - il memento dei fedeli cristiani, e il memento degl'infedeli contribuenti.

In quel ruggito dovete cercare la prima causa della freddezza del Carnevale.

La seconda causa devesi cercare nella gioventù mascolina, la quale, in generale, cammina verso l'emancipazione; forse per vendicarsi della donna che in questi ultimi tempi ha tentato più volte di emanciparsi.

Il bel sesso, così detto debole, è troppo trascurato dal così detto sesso forte. Occupato nei tavolini di giuoco, sonnacchioso per le notti vegliate, irruvidito nei modi, perché non più abituato alle geniali conversazioni, il nostro giovine ha gettato lungi da sé i polsini inamidati ed i guanti canarini per poter disertare impunemente dalle file dei cavalieri della galanteria. - Vai al Teatro? - e tu più non vedi giovani girovagare, come una volta, di palco in palco per far visita alle signorine. Quelle poverette sono là, tutte meste, rivolgendo tratto tratto lo sguardo alle sedie chiuse ed ai palchi di terz'ordine, dove i giovani, indifferenti e annoiati, parlano dell'ultima partita perduta, o della speranza di una rivincita. - Vai ad una festa da ballo? - Ebbene, ancora là, tu vedi le fanciulle isolate, messe in fila sui divani, aspettando, ma invano, un giovine che le richieda di un ballo; ed i giovani a far dello spirito intorno ad un tavolo da giuoco, o nella sala del buffet, dove non penetrano i sospiri femminili, dove si spezzano gli strali d'amore, e dove il fumo del sigaro scaccia i profumi delle essenze, sfuggiti alla gran sala. Quell'ambiente tiepido e pieno di fumo lascia soltanto passare il lontano lamento di una mazurka in la minore, la quale, coi suoi accordi patetici rotti dalla misurata cadenza del contrabasso, sembra il ballo pianger che si muore!

E le donne ballano a dispetto dei giovani... ma con chi? - I ballerini sono gli uomini maturi e stagionati che hanno oltrepassato l'ottavo lustro, o che vedono distintamente sull'orizzonte il battello a vapore: Mezzo secolo. - Mossi da pietà interessata, essi si offrono come ballerini a quelle tenere creature sconsolate. Cosa curiosa! - un sesso indebolito offre un braccio malsicuro a un sesso debole! E tu vedi sopra la spalla di un uomo maturo posarsi il volto gentile di una bella creatura, la quale con un'occhiata languida sembra dirti: " - Non ho trovato di meglio! - io sono la tenera edera che si avvinghia  al vecchio tronco di una quercia schiantata dal fulmine! - ". - E ti stringe il cuore vedere quelle silfide flessuose, dal labbro di corallo e dalle guancie soffuse di rossore, posare un braccio roseo e grassotto sopra una spalla floscia coperta di panno finissimo. - La primavera che si getta nelle braccia dell'inverno! - il fiore di aprile che invoca per rugiada le nevi di gennaio!

O giovani - possa Iddio non farvi scontare tanta crudeltà! - Quand'anche voi sarete in seno ai cinquanta, rimpiangerete tante beltà perdute, tanti sospiri noncurati, tante grazie disprezzate; e vorrete rifare la strada - ma quella strada, cari miei, è costrutta come certe trappole di sorci, dove è facile l'entrata, ma impossibile l'uscita.

E voi, o vecchi, ballerete sempre! - ma non potrete mai vedere le smorfie che fa la vostra ballerina alle vostre spalle! - perché la Provvidenza, nella danza, ha voluto che i volti dell'uomo e della donna siano rivolti ai poli opposti, sì che i ballerini non possano leggere a vicenda, l'interesse ridicolo dell'uno e la noia interminabile dell'altra. Voi non vedete che un orecchio color di rosa, quasi dolce imbuto, atto a ricevere le vostre dichiarazioni amorose - ma infelici anche in questo! - ché le parole del vecchio entrano in un orecchio ed escono dall'altro, direttamente, come i vagoni d'una locomotiva nel tunnel di una strada ferrata!

 

***

Uno dei fatti più notevoli nel Carnevale del 77, è certamente la venuta del principe Tomaso a Sassari, coll'unico scopo di godere della festa da ballo in costume, a cui fu invitato fin dal 21 dello scorso mese dalla Società di questo Circolo. - Era la terza volta che S. A. R. nel giro di soli 15 giorni, visitava la città di Sassari, la quale può andar superba della speciale simpatia cui fu fatta segno dall'Augusto Ospite. E questa volta la sua venuta non fu senza sagrifizi, poiché per recarsi a Sassari da Porto Conti dovette percorrere due ore circa di strada a cavallo fino ad Alghero, e quattro ore circa di carrozza da Alghero a Sassari - S. A. R. arrivò alle 3 e 20 pom. del giorno 5; si portò dal Marchese di S. Saturnino che mise a sua disposizione un principesco alloggio - pranzò dal Prefetto alle 6 - tornò dal Marchese alle 9 e mezza - alle 10 e mezza andò alla festa da ballo e vi rimase cinque ore. - Alle 4 e mezza si ritirò in casa del Marchese, - fece colazione alle 10 ant. del giorno 6 - e alle 12 e 40, dopo aver resa la visita all'Arcivescovo nel Duomo, ripartì per Alghero seguito dalle principali autorità e da immensa folla di popolo plaudente, che lo accompagnò per un lungo tratto di strada.

La città era tutta imbandierata - le due bande cittadine suonarono sotto le finestre della Prefettura, nella piazzetta del Circolo, e sotto il palazzo del Marchese di S. Saturnino.

La società del Circolo non risparmiò spese per apprestare a S. A. R. una festa da ballo degna di un sì caro Ospite... Il locale era addobbato con vera magnificenza - fiori dapertutto, quadri stupendi, ricchi doppieri, un sontuoso buffet con servizio tutto in argento. In mezzo alla gran sala, pendeva dalla parete, un gran quadro ad olio rappresentante S. A. R. - pregievolissimo lavoro eseguito in soli tre giorni dal nostro amico Francesco Rugiu. - Il ballo era frequentato da oltre 400 individui in tenuta di rigore, comprese un centinaio di donne vestite in costume. Vi erano rappresentati i costumi di quasi tutto il Capo Settentrionale dell'Isola, e qualcheduno del Capo Meridionale. - Fu presentato al principe il diploma, col quale la Società nominava S. A. R. a Presidente onorario del Circolo Sassarese. - Insomma la festa riuscì splendidissima, né si verificò il benché minimo inconveniente - il che torna tutto ad onore della Direzione di quella benemerita Società.

Ma... e il Principe si è divertito al ballo?

 

***

Lanciati là, sopra il ponte d'un vascello, fra cielo e mare - contemplando oggi una cerula volta cosparsa di stelle, fissando domani un fiero nuvolone gravido di tempeste - non udendo che lo scroscio dei marosi e il gemito del vapore che brontola nella caldaia - carezzati dalla brezza del mare che ti soffia sul viso l'odore delle alghe o del catrame - tutti soli là, dove la terra è una continua aspirazione, dove è più potente l'istinto della vita - là, in balìa di quel fiero elemento che sembra dire alla creatura umana: "Qui non vi è altro sovrano all'infuori di me!" Albe e tramonti sublimi - più sublimi tempeste, poiché la natura si piace di mostrare la sua maestà nei giorni dell'ira; - ecco la vita dei marinai sul ponte di una nave, in mezzo al mare!

Ma non una figlia d'Eva su quel ponte - non una fragile creatura che ti sorrida - non una voce argentina che rompa dolcemente la monotonia di quei suoni garruli o striduli! - e quando una colomba, smarrita nella solitudine dei mari, batte l'ali inquieta e rasenta le alte antenne della nave con un grido di dolore, viene accolta con gioia dall'equipaggio - e ognuno tacitamente depone un saluto, un bacio, un addio sull'ala bianca di quella messaggera di pace, che drizza il volo ad una riva sospirata - perché non vi ha creatura su quel battello, che non abbia lasciato un ricordo od una speranza sui litorali d'Italia!

 

***

A bordo non vi sono donne! - Dio, che impose ad Eva di seguire Adamo - il Codice Civile che impone alla moglie di seguire il marito, non si son curati di fare un'eccezione pel mare - tanto la cosa sembrava naturale ad entrambi. Il mare rifiuta le donne - forse perché desso non ha bisogno di sirene! - Ma se il mare rifiuta le donne, le donne non sono mai rifiutate dai marinai...

 

***

Immaginiamo ora, se il principe Tomaso ha accettato con piacere l'invito del nostro Circolo per una festa da ballo! - immaginiamo se sarà stato contento passando dal ponte della sua Cariddi al lucido pavimento della sala del Circolo, fra un centinaio di donne vestite dei più originali e pittoreschi costumi del mondo!

Anche al Circolo era una volta fulgida per mille facelle - anche al Circolo le piccole tempeste delle passioni, e i lampi di cento pupille - lampi di calore e perciò senza tuoni. - Ma invece dell'odore delle alghe, il profumo dei fiori - invece del fremito delle onde, il palpito di mille cuori - invece dei vortici del mare, il capogiro d'un valzer di Strauss - invece del sibilo del vento, l'alito tiepido e voluttuoso d'una bocca sorridente - invece di colombe smarrite pei mari, fanciulle gentili ricche di gioventù e di bellezza.

Oh, senza dubbio il Principe avrà goduto dentro di sé. Dico dentro di sé, perché i sentimenti d'un Principe non devono mai manifestarsi per mezzo dei lineamenti del volto. È questa la catena che trascinano questi infelici - catena che li rende schiavi in mezzo al comune tripudio, in mezzo ad una moltitudine plaudente, in mezzo al rispettoso corteggio che segue i loro passi, che spia ogni loro azione - schiavitù che li rende incresciosi, diffidenti di ogni affetto che potrebbe essere calcolo, di ogni complimento che potrebbe essere adulazione. Eppure sotto la scorza del Principe vi è l'uomo - e sotto l'abito elegante del tenente di vascello vi è un cuore che palpita al palpito d'una natura vergine e lussureggiante!

Nella festa da ballo tutti gli uomini di quarant'anni volevano mostrarne ad ogni costo 20 - mentre il Principe che ne ha 23 si sforzava di mostrarne quaranta! - Ciò vuol dire che i principi invecchiano troppo presto!

S. A. R. ballò sempre - e così il suo seguito; e quando un Principe si ferma cinque ore in una sala da ballo vuol dire che si diverte... e non poco!

 

***

Ancora tre giorni di Carnevale!

Animo dunque! coraggio, o Silfidi dall'occhio nero, o Ganimedi, dai guanti gialli! - sono tre giorni d'ebrezza, di baccano, di delirio! - Giosuè un giorno ha fermato il sole - orbene! Fermate voi la luna, affinché le vostre notti si prolunghino per 24 ore! - Danzate al chiaror delle faci - dormirete coi raggi del sole.

La contraddanza vi aspetta. La chène  des dames sarà la vostra catena magnetica... Tenete ferme le mani - le strette misteriose stabiliranno la corrente magnetica.

Lasciate sorridere l'usuraio che vi guarda con compiacenza dall'invetriata della sua catapecchia. - Il Carnevale muore? Non v'importi! - le cause  di tanto tripudio si rinnoveranno ogni inverno - per ore pensate solamente a rinnovare gli effetti.

Coraggio e avanti! - Bagnate i vostri fazzoletti di lagrime e d'acqua di Colonia. - Confondetevi, sospiri di speranze perdute e gioie d'amori trovati - profumi di vaniglia e profumi di colpa - promesse soddisfatte e affezioni tradite - pene di cuore e infedeltà di pensiero - proteste sfacciate e baci furtivi - dispetto d'amanti e gelosie di mariti!

Casti desideri - colpe abbozzate - sogni presunti e disinganni imprevisti - sorrisi e merletti - trine e lagrime, tutto si confonde e si alterna in modo da produrre mille immagini vaghe, mille colori fosforescenti, mille scene fantastiche, sempre care, sempre nuove... Agitate freneticamente il caleidoscopio del piacere! - ad ogni scossa avrete un mondo di luce e di profumi. Pochi gingilli e poche frangie possono creare un nuovo mondo nei vostri cervelli bollenti. - L'ottica può fare dei miracoli!

Ancora tre giorni! - Martedì al tocco della mezzanotte farete tacere il contrabasso gettando nel suo ventre il domino d'una crestaia e la marsina di uno studente in matematica - martedì soffocherete la voce di un trombone, cacciando nella sua gola una cuffia da notte - martedì appenderete al pomo del letto la vostra maschera di seta. La maschera è l'emblema della commedia - e la commedia è finita. Talìa si ritira dalle scene per farsi monaca, come l'Ofelia d'Amleto. - In Carnevale tutti abbiamo dello spirito, ma non bisogna menarne vanto, perché la scorza dell'arancio ne ha più di noi. In quaresima invece lo perdiamo, ma non bisogna piangere, perché lo perde anche il vino in una bottiglia senza turacciolo.

Pertanto, o donne, voi avete guadagnato molti cuori.

Chi di voi fu la preferita? - Nessuna; perché tutte siete belle. - Paride avrebbe avuto bisogno di un cesto di pomi, perché un pomo non sarebbe bastato per gettarlo alla più bella - ma i pomi quest'anno sono molto cari nel mercato, perché la stagione non fu loro propizia! - Dunque lasciamo in pace Paride, il figlio di Priamo, l'assassino d'Achille!

Ho chiaccherato abbastanza, e vi saluto perché sento nelle ossa la brezza rigida della Quaresima. Ho paura d'aver colto le febbri!

Non vi spaventino le ceneri - esse ricordano sempre una fiamma spenta per mancanza di alimento. - Il Carnevale non può morire. Ogni effetto può cangiarsi in causa. L'acqua ritorna vapore; e il vapore, viceversa, ritorna acqua. Nulla vi ha d'inutile sulla terra - neppur le ceneri. Il fuoco purifica i metalli - e la cenere, che è il cadavere del fuoco, purifica la biancheria. Le ceneri fredde sono l'immagine della morte, ma voi procurerete d mantenerle calde - la cenere calda, fra le altre virtù, ha quella di far saltare le castagne, le quali non sono che semplici corpi inanimati!

 
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