Un continentale che ama d'immenso amore questa nostra terra - che s'innamora della nostra Storia - che studia a lungo i nostri libri e i vecchi manoscritti per cercarvi le gloriose gesta dei nostri padri, coll'intendimento di raccoglierle in un volume e renderle popolari, non è certo un fatto comune da passarsi sotto silenzio. - Noi, abituati oramai a sentir biasimare acerbamente i nostri costumi, il nostro carattere, la nostra civiltà; noi abituati a sentir disprezzare tutto ciò che nasce in questa terra bersagliata dagli uomini e dai flutti (come dice il De-Castro) siamo in dovere di ringraziare il Bargilli, che ha diritto alla stima ed alla gratitudine dei Sardi tutti, ai quali egli, con gentilissimo pensiero e squisitezza d'animo, ha dedicato il suo libro.
Questi pensieri vengono alla mente appena il nostro occhio si ferma sul frontespizio del libro del Bargilli; e come Sardi gli siamo grati.
Sfoglieremo adesso le 182 pagine per esaminare dal lato letterario gli scritti del nostro amico.
Che si è prefisso il Bargilli nella sua raccolta di Cronache e Leggende? - Il Bargilli ha scorso le pagine di tutta la Storia sarda - la sua mente si è fermata sui punti culminanti di essa - ha cercato di mettere in evidenza quelle gesta, le quali, non solo tornano ad onore dell'Isola, ma anche della nostra patria comune: l'Italia - ha innestato, con fino gusto, e talento drammatico, un po'di romanzo in quella Storia, senza pregiudicarne la verità, e ci ha presentato undici bozzetti in ordine cronologico, scritti con grazia e spigliatezza in una forma elegantissima. -Il Bargilli ha toccato tutti i periodi della Storia Sarda - abbiamo un bozzetto, Josti, per i tempi della dominazione romana e cartaginese - un bozzetto, Marcuza, per i tempi dell'invasione saracena; e per i tempi, infine, dei Giudici e degli Aragonesi, abbiamo l'Adelasia, l'Usca, la Morte di Ugone IV, la Giovanna di Sanluri, il Marchese d'Oristano, ecc., ecc.
Tutti i bozzetti sono brevi, concisi, scritti, a larghi tratti, ma con tocchi decisi - sono semplici quadri, ma ritratti con pennellate franche. I diversi caratteri dei personaggi sono marcatissimi, l'orditura delle scene molto ingegnosa, la condotta sempre drammatica; i diversi fatti abbastanza variati, ciò che, a nostro parere, costituisce la maggior difficoltà in tali generi di componimento. Ora il Bargilli vi traccia una scenetta d'amore, le smanie di un trovatore, la descrizione di una battaglia - ed ora una pietosa leggenda, la ferocia di un tiranno, lo sdegno di un popolo che anela alla libertà - il tutto con efficacia. Il certo è che il Bargilli, per scrivere questi undici bozzetti ha dovuto sfogliare molti scartafacci e consultare moltissimi libri - e il lettore deve tener conto dello studio accurato e coscienzioso fatto dal simpatico autore.
Non vi ha però libro senza pecca. A noi pare (possiamo anche cadere in errore!) che l'unico difetto del libro di Bargilli sia in una certa qual monotonìa di tinte nell'insieme dei bozzetti; presi separatamente sono quadretti finiti - presi in complesso non distaccano abbastanza l'uno dall'altro. Vi è molta varietà nel disegno delle diverse scene - e ciò torna a gran vanto dello scrittore - ma lo scrittore non si è troppo curato di cambiare i colori della tavolozza, per caratterizzare, direi quasi, i diversi periodi storici . Badi il lettore - io parlo del colorito di tutte le cronache in generale, non del particolare, perché i bozzetti come Adelasia di Torres, gli Ambasciatori Francesi alla corte d'Arborea, la Morte di Ugone IV, Giovanna di Sanluri, non possono essere né meglio disegnati, né meglio coloriti.
Termino questa breve rassegna con un bravo! all'amico Bargilli, per il suo bel lavoro - coll'esortare i Sardi tutti a comprare il libro - e infine con una parola di lode alla Tipografia Azuni, che ha stampato in una elegantissima edizione di lusso le Cronache e le Leggende della nostra Sardegna.
