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ENRICO COSTA


Dall'album di Actos. Il lutto
Enrico Costa
Le passioni umane, come la musica, come i titoli, come le dignità ecclesiastiche e civili, hanno tutte la loro scala cromatica.
Le gioie e i piaceri, quantunque in teoria abbiano i loro gradi d'intensità, in pratica non vengono misurati rigorosamente. Dal Dizionario dei sinonimi, per esempio, risulta: che contento segna un primo grado - che gioia è più di contento - che tripudio è più di gioia. In pratica però è un altro affare. Esprimendo la tua interna soddisfazione tu puoi esclamare indifferentemente: oh contento! oh gioia! oh piacere! senza riguardo alcuno alla proprietà della lingua. In poche parole, la società non si preoccupa di verificare il peso e la misura delle gioie; essa vuole una unica insegna per tutte. - I battimani, le musiche, le bandiere, gli arazzi alle finestre, le fucilate, lo sparo dei mortaretti o dei cannoni servono sempre per esprimere il contento, il tripudio, la gioia, l'allegria. Il mondo non vuol sapere di mezze gioie, ed avrà le sue buone ragioni.
Il dolore, invce, ha un valore più alto nella borsa delle umane afflizioni - esso ha la sua scala cromatica, e l'uomo ha inventato uno strumento per misurarlo scrupolosamente - una specie di contatore che si chiama lutto, o meglio duolo.
Il dolore più grande si verifica ordinariamente quando muore un nostro congiunto; e la moda, tenera sempre quando trattasi di salvare le apparenze, ha diramato una specie di circolare, concepita presso a poco in questi termini:

" Signori e signore. L'uomo deve piangere, anche senza averne voglia - deve piangere più o meno, secondo i gradi del dolore che dovrebbe provare. Io però non pretendo che si pianga davvero - voglio solo un semplice segno che possa dire agli altri: - "io dovrei piangere per metà, per un quarto, per una dodicesima parte; il mio dolore segna uno, due, quattro gradi sopra o sotto lo zero di quella coscienza che la donna cela sotto il busto, e l'uomo sotto il gilè!" - La società non vi domanda dolori - vi domanda un'insegna. Ridete pure se vi fa piacere - è giusto il riso quando la morte vi apporta un eredità, o vi toglie l'incomodo di un marito geloso e brontolone. Nel giorno così detto dei Morti, mandate un servo al camposanto con una corona di semprevivi... e sarà sufficiente il tributo; quanto a voi, per non sentire le campane, andate in campagna e divertitevi... ma divertitevi vestite a bruno - la convenienza è salva. Ricordatevi sempre, che per la convenienza val più un villano riso in abito nero, che una calda lagrima in abito color di rosa! "

Ed ogni buon cittadino, se vuol essere civile ed educato, deve attenersi a quanto prescrive la suddetta circolare!

                                                                              ***

L'uso di mostrare all'esterno il lutto che dovrebbe portarsi nel cuore risale a tempi remotissimi. Abramo per sua moglie Sara adempì a tutte le prescrizioni volute dall'usanza ebraica.
Gli Ebrei, che solevano portare i capelli lunghi, usavano radersi durante il tempo del lutto - all'incontro gli Egizi, gli Assiri e i Persiani, lasciavano crescere i capelli e la barba in segno di duolo.
Presso i Greci e i Romani le donne portavano abiti di color nero - sotto gl'imperatori, però, per le donne erano prescritti gli abiti bianchi.
Pare che i re di Francia, prima di Carlo VII e di Luigi XI, in segno di duolo portassero abiti color violetto, mentre secondo Laboureur tutte le regine vestivano anticamente di bianco.
Certo è che i colori del dolore oscillarono sempre fra il bianco e il nero. Faccio qui osservare che il bianco e il nero, rigorosamente parlando, non sono colori: osservazione degna di studio per chi scrive sul lutto!
Nei tempi antichi si parla poco dei diversi gradi di lutto per i parenti prossimi o lontani. Spettava al secolo delle steariche e del petrolio la felice invenzione del Contatore degli affanni!
Per coloro che per curiosità amano conoscere il regolamento del lutto prescritto dall'ultima moda, presento il seguente specchietto favoritomi da una dama gentile, la quale fu sempre una scrupolosa osservatrice dei codici della Convenienza. Io mi sono permesso di fare qualche osservazione ad ogni articolo.

 

 

 

MANUALE PER LE CIVILI FAMIGLIE

SUL MODO DI REGOLARSI NEI CASI DEL LUTTO

 

Art. I. - Il lutto delle vedove pei loro mariti continuerà ad essere di un anno.

Osservo che un anno è troppo lungo per le vedove. Il maximum del lutto dovrebbe essere di nove mesi; dico nove mesi per togliere ogni sospetto di gravidanza; chè altrimenti 60 giorni sarebbero stati di troppo!

Art. II. - Il lutto di moglie, di padre, di madre, di suocero e di suocera sarà di sei mesi.

L'esperienza ha dimostrato che sei mesi di pianto son di troppo per un vedovo. Non essendosi mai dato il caso di un uomo in istato interessante, a me pare che 15 giorni di lutto siano sufficienti; dopo i quali egli dovrebbe passare a seconde nozze!

Art. III. - Il lutto di avolo e di avola sarà di mesi quattro.

Poveri vecchi! non vi calcolano neppure dopo morti!

Art. IV. - Per fratello, sorella, cognato e cognata, il lutto sarà di mesi tre.

Un povero diavolo, che sconta un effetto a tre mesi alla Banca Nazionale per pagare le essequie di una sorella, dimenticherà il lutto pensando al protesto!

Art. V. - Il lutto di zio e zia sarà di sei settimane.

Che ingratitudine! Ordinariamente le eredità vengono da uno zio; non si vede il momento di cantare e ballare per sciuppare i quattrini!

Art. VI. - Per il prozio, prozia, e cugini germani, quattro settimane.

Il solo tempo di vedere la luna nelle sue quattro fasi!

Art. VII. - Per zio alla moda di Bretagna, tre settimane.

Alla moda di Brettagna? Ah, cani di nipoti! Vi sembravano forse troppo lunghe sei settimane, all'italiana, per scialaquare i soldi di uno zio americano?

Art. VIII. - Per i cugini secondi, due settimane.

Questo si capisce! I cugini sono sempre odiati. Per certo è un marito che ha dettato quest'articolo, temendo che sua mogle ricordasse troppo il cugino!

Art. IX. - Per cugino in terzo grado, una settimana.

Poveri cugini terzi! Un vostro parente caporale di settimana non avrebbe neppure il tempo di pensare a voi!

Art. X. - Per parenti lontani, o lutti di pura convenienza (?) cinque giorni.

Si potrebbe benissimo inventare un raffreddore, stare a casa per cinque giorni, e così risparmiare le spese del lutto! Scommetto che non si è fatto mai lutto per questi poveri parenti che hanno la disgrazia di essere lontani! - A meno che non siavi una donna che voglia vedere come si attagli il bruno alla sua carnagione - vanità che talvolta induce qualche moglie a desiderare la morte del marito!

Art. XI. - Si avverte che i padri e le madri non devono prendere il lutto per i figli!

E si capisce benissimo anche questo articolo! Essendo quello delle madri l'unico dolor vero che si prova, e non potendo esso venir posto in dubbio da chicchessia, la società non richiede lutto. Gli altri dolori invece, celando ben spesso un'allegrezza, hanno assoluto bisogno di una insegna. La società è più saggia di quello che si crede!
Osservazioni. - I lutti si calcolano nel modo seguente: - per quelli che muoiono nella città dove dimorate, dal giorno della morte - per quei che muoiono lontani, dal giorno in cui si riceve la partecipazione.
Se voi dunque riceverete una lettera in ritardo, per un disguido postale, il vostro parente, presso i tribunali della convenienza, perde il diritto al vostro dolore. Se fossi un morto protesterei!
                                                                ***
In molti paesi le donne usano dividere il tempo del lutto in due parti uguali - nella prima metà vestono di lana, nell'altra metà vestono di seta. Questo prova, che la lana, provenendo dalle capre e dalle pecore, rappresenta un dolore positivo; mentre la seta, provenendo dai filugelli, rappresenta un dolore negativo.
Dopo alcune settimane che si veste di seta nera, le donne usano guarnire l'abito con ornamenti in bianco, creando così un mezzo lutto, cioè a dire un sentimento ermafrodito che non è gioia né dolore!
Ho veduto poveri bambini vestiti a bruno. La convenienza vuole che essi portino per sei mesi i segni di un dolore che ancora non comprendono. Lo scopo della società non può essere in questo caso che uno solo: quello di far attirare su quegl'innocenti la compassione di tutti! Oh la società è sempre generosa! Quanti veri lutti nel cuore che sdegnano, segni esterni! - Quanti lutti sul cappello che non sono mai esistiti nel cuore!
Ma la moda è inesorabile e imparziale! - tanto per una festa da ballo, quanto per un lutto di famiglia essa prescrive la toeletta dell'abito. - Il dolore ha la sua moda e bisogna rispettare il figurino! - La sarta e la Provvidenza vi sono per tutti a questo mondo!
                                                                                                                                                                           Actos

 

 
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