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ENRICO COSTA


La moda
Enrico Costa
Che cos'è la moda? Chi può mai definirla? - Se apro il libro del Fanfani, leggo al vocabolo Moda: - usanza che corre, passegiera, introdotta dal gusto presente e dal capriccio. - Ma perché l'usanza corre? Perché è passegiera? In qual modo il gusto la introduce? Che cosa è il gusto? Come si forma la moda? Come nasce? Come muore? Dov'era prima di nascere? Perché viene sprezzata dopo morta? Questa moda è essa generata dal sentimento o dal senso? Subisce essa il fascino della bellezza o quello della gioventù? Fu essa imposta alla donna dall'industria e dal commercio, oppure è essa nata ad un parto colla donna? - Tutte queste sono domande che aspettano ancora una risposta... e questa risposta è forse nella mente di Dio!



La donna è ritenuta, e con ragione, come l'essere più vano tra tutti gli esseri del Regno animale. Essa ha un'innata predilezione per tutto ciò che è lucente - e per conseguenza ama tutti i metalli nobili e tutte le pietre preziose. La donna buca le orecchie per appendervi un paio di pendini - pone monili di perle al collo - ricchi braccialetti ai polsi - anelli alle dita - catene d'oro alla cintola - spilloni d'oro e farfalle di argento ai capelli; - senza tener calcolo di certi nèi artificiali sul mento per accrescere la grazia - del belletto sulle guancie per fingere la salute - della cipria sul volto per fingere il sentimentalismo - dei grandiosi chignons sulla testa per fingere una ricca capellatura - del cotone sul seno per fingere i precoci tesori della maternità - e così di seguito. Essa non ha membro dove non cacci qualche oggetto. Oh guai! guai se la Provvidenza avesse dato alla donna dieci o dodici estremità come certi animaletti! Non sarebbero bastate tutte le miniere dell'America per soddisfarla!
Primo, e forse solo confidente della donna è lo specchio, dentro al quale ella vede sempre l'uomo, e dinanzi al quale passa in rassegna i lineamenti che compongono la sua bellezza, e gli ornamenti di stoffa e di metallo che concorrono a dar risalto alla sua grazia ed alla sua avvenenza. - Essa cerca, in una parola, di tempestarsi di ninnoli e di gingilli, nella fiducia (dovrebb'essere almeno così!) di mettere riparo all'avarizia della natura che non è sempre giusta nella distribuzione delle grazie e della bellezza; e per ottenere ciò si attiene fedelmente all'ultimo figurino prescritto dalla Moda, temendo di incorrere nella scomunica, o per lo meno nel dilegio del mondo elegante, il quale può perdonare qualunque infedeltà veniale o mortale, ma non perdona mai le trasgressioni alle leggi dell'etichetta, che sono infallibili come il Papa!
La moda comanda, e la donna ubbidisce ciecamente. Oggi ella si accorge che le sue forme possono essere provocate, e perciò le nasconde sotto un enorme crinolino - domani invece è di parere che devono provocare, e allora le fascia strettamente lasciando indovinare allo scultore le forme di una statua greca puro sangue... e pura carne!
Ma in tutto ciò nulla di strano. La donna non ha che un solo scopo - piacere all'uomo - e siccome per piacere all'uomo primo requisito della natura è la bellezza, è ben naturale che la donna cerchi di accrescere questa bellezza con mezzi artificiali. Quando la materia prima è un po' scadente, l'industria e la manifattura vengono in suo soccorso. Ciò si capisce, e va da sé. La vanità è comune a tutti gli animali suscettibili di fare all'amore. Guardate infatti due colombi innamorati; volete esempio più palpabile della civetteria? - È un istinto di natura, e ciò che è istinto non potrà mai essere corretto né dall'educazione, né dall'istruzione - né dalla madre, né dal maestro - né dal cuore, né dalla mente - e siamo in perfetto accordo!
Ciò però che è meraviglioso quanto incredibile - ciò che sarà sempre oggetto di studio per i filosofi e per i naturalisti, è questo: che non vi ha donna, per quanto di buon senso e istruita, che non sagrifichi la propria bellezza alla moda. - L'uomo più forte non cede che a una debolezza: alla donna - la donna più debole non cede che a una forza: alla moda!
Ora - cedere alla moda, quando questa avesse per scopo di accrescere la bellezza, sarebbe una cosa naturalissima perché la donna vuole essere bella per piacere; - in questo caso la donna cede ad una forza astratta (la moda) per poter poi domare una forza concreta (l'uomo). - Cedere però alla moda quando questa la deforma, non si sa spiegare, né si spiegherà mai!
Non vi sarebbe che una sola osservazione da fare in proposito - che per la donna, il credere di essere bella senza esserlo, è assai più confortante che l'esser bella e non saper di esserlo. - Contenti noi, contento tutto il mondo, dice un proverbio!

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È incredibile! - la maggior parte delle donne pare che cerchino tutti i mezzi per farsi più brutte che possono... credendo di farsi belle. - Per quanto la loro arte sembri raffinata, accade ben di sovente, che tu trovi pochissime donne che sappiano addatare le stoffe in modo che armonizzino coi loro lineamenti, colla loro statura e col colorito della loro carnagione. - Vi sono certi colori che si confanno alla bruna e non alla bionda - altri che alla bionda convengono e non alla bruna. Vi sono pettinature che stanno malissimo sopra certe fronti basse - altre fanno a pugni con certe fronti spaziose... e così di seguito.
Ed è ben curiosa questa cieca venerazione ad un'arte che rende le donne brutte colla pretensione di farle belle!
Da che tutto ciò?
La moda avrebbe dunque la missione di rendere brutte le donne?
No - la moda, in origine, ha sempre avuto lo scopo di accrescere la bellezza, ma il male sta in questo: che la maggior parte delle donne, senza saperlo, si fanno brutte per far risaltare la bellezza delle altre; e si sagrificano al capriccio di poche privilegiate, le quali hanno il diritto di imporre quella toeletta che loro talenta a certe poverette che servono di cieco strumento, e nulla più. - E mi spiego.
La moda viene sempre dall'alto - dalle regine, dalle principesse, dalle grandi dame notabili per nobiltà, per censo, per bellezza.
- Basta magari la favorita di un Re per far nascere una rivoluzione nel regno della moda!
Per esempio, supponiamo:
La principessa Ortensia è una ricca e bella dama, ma ha la fronte troppo bassa e il collo troppo lungo. La Principessa che fa? Chiama la sua sarta e le ordina un colletto alto per nascondere l'imperfezione del collo; chiama il suo parrucchiere perché le tiri i capelli in su, per allargare un tantino la fronte. Il domani la Principessa si fa trascinare per la città da quattro cavalli, ed ognuno la trova più bella. - Tutte le donne chiamano la sarta e il parrucchiere e vogliono il colletto all'Ortensia e la pettinatura all'Ortensia.
Ed ecco compromesse tutte quelle povere donne che hanno la sventura di avere un collo corto ed una fronte troppo alta.
La regina Silvia è una bella matrona, ma ha i fianchi sproporzionati. Che fa? inventa il crinolino per nascondere il suo difetto; - e il domani tutte le donne vogliono il crinolino alla Silvia, con scapito di quelle care creature le quali furono costrette a nascondere sotto una campana di bronzo la loro taglia gentile e le loro forme graziose.
La marchesa di San Remy ha una rendita di 300,000 lire all'anno. Le fu detto, o meglio si è accorta, che ha un corpicino che avrebbe potuto servire di modello a Fidia o a Canova. Ella vorrebbe mettere in mostra queste bellezze senza offendere il pudore; e allora inventa una veste stretta alla carne che lascia scoperte agli occhi dei profani i contorni più puri e più provocanti... E il domani tutte le donne hanno la veste alla Remy, con pregiudizio di quelle povere infelici che sono costrette a mettere in mostra certe prominenze grossolane che sarebbe decenza e carità tener celate sotto una veste un po' più larga.
Volete, per esempio, un po' di storia modernissima? - Due anni or sono, un dilettante di archeologia regalò alla nostra bella principessa Margherita una specie di bloche in forma di campanello, usata dagli antichi romani - era una rarità. Margherita gradì il dono, e se ne adornò il collo. Dopo una settimana tutte le donne vollero il campanello - gli orefici furono in moto, e tutta l'alta e la bassa aristocrazia italiana si presentò al pubblico come una mandra di capre e di pecore.
Ed eccovi la storia della moda la quale serve a celare i difetti o ad accrescere le bellezze di certe privilegiate, e a sfigurare barbaramente tutte le altre donne che si sacrificano per l'altrui avvenenza!
Potrei qui fare al lettore la storiella particolareggiata di tutte le diverse mode, ma l'impresa sarebbe troppo difficile, e lo spazio concessomi dal proto non me lo permetterebbe.
Esorto pertanto tutte le figlie del Paradiso perduto a servirsi con moderazione del figurino delle mode; ed a studiare seriamente una questione che non è certo complicata come quella d'Oriente. Trattasi di trovare un mezzo che possa conciliare le cose: l'osservanza delle mode in rapporto coi difetti fisici, col colore della carnagione e dei capelli, colla statura ecc., ecc.
Dovrei qui parlarvi delle pettinature, ma mi manca il tempo, lo spazio e la volontà. Prometto di farlo nel prossimo numero, se mia moglie, prima di sabato, non mi avrà cavato gli occhi!

 
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