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ENRICO COSTA


L'edera
Enrico Costa
O gentil pianta - o simbolo
Della vera amistà, col verso mio
I tuoi pregi ammirabili
Voglio cantare anch'io!
Pianta gentil, mentire
I tuo' affetti non sai:
Tu colle cento spire
Avviticchiata stai
Al tronco della quercia e dell'ulivo;
Tenera e fida amante,
Ti cruccia lo star sola,
E ti piaci adornar le antiche piante
Affacciando i corimbi
Con grazia civettuola;
Ingenua come i bimbi,
Tu colle altrui confondi
Le tue lucide frondi,
E scherzosa ti arrampichi
Come fa il serpe quando adocchia un nido.
O festeggiata immagine
Dell'amor puro e fido,
Benedetto colui che ti sospira!

***

E qui mi casca l'asino
E mi rompe le corde della Lira!
Pianticella gradita,
Mi hai messo nell'imbroglio:
Il libro di Natura ha un doppio foglio,
E son costretto a leggerti la vita!

O pianta nobilissima,
Tenendo sempre fermo il mio saluto
E il rispetto dovuto
Al culto che tu ispiri in tutto il mondo,
Or che nessun ci ascolta
Permetti che una volta
Ti parli chiaro e tondo!
Negarmelo non puoi:
Tu, nei fedeli amplessi,
Celi gli istinti stessi
Che cela l'uomo negli amplessi suoi.
Insomma, te la spiffero:
Di canti non sei degna,
Perché se noi badassimo all'insegna,
Anche i birboni sarìan brava gente!
Ed ora, dimmi - è un caso
Se alla quercia e all'ulivo sei consorte? -
Io non ne son persuaso.
A me disse un botanico:
«L'ulivo è ricco assai - la quercia è forte;
Ambi, saldi e potenti,
Sfidano il caldo, il gelo, e i quattro venti.»
Lasciando il gergo ed ogni reticenza,
Bisogna confessar ch'è partigiana
Anche la Provvidenza;
Non so se progressista o moderata,
Ma certo assai sfacciata.
Combinazione strana!
I più fedeli amici
Corrono ai ricchi, ai forti ed ai felici;
Mentre invece chi è debole,
Senza tetto né pane,
Vien lasciato sul lastrico
Nudo qual Giobbe e solo come un cane.
Eppoi si dice: «al mondo v'ha giustizia!»
Del ricco è l'amicizia:
Al poveretto è grazia
Se me lo lascian vivo!
È proprio ver - te fortunata, o quercia!
Te fortunato, ulivo!

***

Dimmi - a ragione o a torto,
Emblema d'amistà l'uomo ti chiama?
Io di tua fè non dubito,
Ma ti sarò gratissimo
Se appagherai, cortese, una mia brama: -
Perché non vuoi soccorrere
Quel giglio gracilissimo
Che compassion ci desta?
Perché dalla tempesta
Non diffendi quell'alto girasole
Che del nembo si duole?
Perché, se sei amorosa,
Non soccorri la rosa
Che langue sullo stelo
Assiderata dal notturno gelo?
Perché non stringi nelle tue ritorte
L'arboscello tremante
Già condannato a morte
Da quel vento che spira da levante?
Pianticella, rispondimi:
A che vale il tuo amor, la tua amistade,
Se il debole che cade
Tu non soccorri mai?
Dimmelo in confidenza:
Che vuol dir quest'innata preferenza
Agli alberi robusti?
Tu mi risponderai:«- chiedila a Dio
La ragione dei gusti! -»
Eh, la capisco anch'io
L'ingenua gherminella!
Ai buoni ed agli sciocchi,
Com'è usanza fra gli uomini,
Tu vuoi gettar la polvere negli occhi.
T'intendo brinconcella:
Non è questione in te di sentimento;
Tu cerchi il fusto duro
Perché ti piace vivere al sicuro;
Cerchi a tua vita effimera
Sostegno e nutrimento. -
È giusto se tu badi a' tuoi interessi,
Ma non farmi l'ipocrita!
Non già la gratitudine,
Né ti move l'amor - vendi gli amplessi
Per campare la vita;
Vuoi passar per benefica,
E invece sei una pianta parassita!

***

Tu rassomigli tanti fannulloni,
Profumati bricconi,
Che fingono un amore sviscerato,
E tenaci si attaccano
A certe ricche e stupide megère
Collo scopo santissimo
Di farsi mantenere;
Oppure a certi amici da mercato
Che stanno sempre all'erta,
E varcan le tue soglie
Quand'hai la borsa aperta,
Lauta la mensa, ed una bella moglie!

***

Edera mia, sei scaltra, e a te m'inchino
Con cieca riverenza;
Simbolo della fede ognun ti chiama,
E in lodi io mi sprofondo.
Godi dunque, se tale gli è il destino
Delle cose del mondo!
A me che importa mai se all'apparenza
Devi sol la tua fama?
So che parere ed essere
Sono la stessa cosa.
Vivi dunque tranquilla, edera amata,
E sicura riposa
Col ciuffo dei corimbi e colle ricche
Tue foglie che si scambiano
Per tanti assi di picche! -
Ah no, non è delitto
Vivere di magagne e di rapina!
Un'onesta inquilina
Non paga mai pigione,
Anzi scaccia di casa il suo padrone.

***

Ah, s'io fossi un botanico sapiente!...
Vorrei saper qual vincolo
Unisce strettamente
Le piante alle persone!

 
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