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ENRICO COSTA


Cronaca dell'Isola. I Sassaresi a Cagliari
Enrico Costa
Il Teatro Civico di Cagliari si aprì quest'anno durante la sola stagione di carnevale, e l'Impresa ebbe il gentile pensiero di rappresentare i due spartiti del nostro concittadino ed amico Luigi Canepa, il David Rizio ed i Pezzenti, l'ultimo dei quali doveva mettersi in iscena dallo stesso autore residente a Milano. In tale circostanza si recarono a Cagliari l'autore del libretto del Rizio e una decina di sassaresi che volevano assistere alla rappresentazione delle due opere del loro concittadino.
L'accoglienza fatta dai cagliaritani al Maestro, all'autore del David Rizio ed al gruppo dei sassaresi non poteva essere più cordiale né più affettuosa. Fu una vera dimostrazione di simpatia per i fratelli di Sassari; la quale valse a smentire l'accusa, che una vecchia ruggine esistesse ancora, per ridicole gare di campanile, fra le due città sorelle - fra gli abitanti del capo settentrionale e quelli del meridionale - fra il gaio paese che si circonda di pampini e d'ulivi, e la bella metropoli sarda che si specchia vezzosamente nelle onde azzurre d'una superba marina.
Nei vari banchetti offertici, e nelle varie partite di piacere a cui prendemmo parte, furono brindisi entusiastici, parole affettuose, dolci promesse, scambio di cortesie, saluti di fratellanza - una vera festa di famiglia dove regnava l'affetto e la concordia - una riunione di veri amici, i quali, commossi e trepidanti, si stringevano la mano, sorridendo al lieto avvenire di una patria comune.
I giorni passati a Cagliari non saranno mai cancellati dalla nostra memoria. In quelle fraterne riunioni si affrettò col desiderio il compimento delle sarde ferrovie - si fecero caldi voti per l'avvicinamento delle due città sorelle e per la fusione di due popolazioni figlie di un'Isola sfortunata, le quali hanno storia comune, comuni dolori e comuni aspirazioni - si vollero insomma le vie ferrate per poterci meglio conoscere, dissipando quella reciproca diffidenza che maligni governi in ogni tempo tentarono seminare da un capo all'altro dell'Isola nel solo scopo di renderci deboli col separarci. La penna non potrà mai descrivere le vive emozioni provate in quei 10 giorni di feste e di tripudio.
A nome intanto di tutti i sassaresi che ci furono compagni in quel caro soggiorno, in nome di tutti i nostri concittadini, noi ringraziamo l'eletta cittadinanza cagliaritana in generale, e in particolare: l'egregio gentiluomo Enrico Sanjust, ff. di Sindaco di Cagliari - la Direzione e Redazione della Meteora, composta degli ottimi giovani Antonio Castaldi, Giuseppe Verardini, Ilario Marongiu, Luigi Congiu, Giov. Maria Manca, Giacinto Stiavelli, Giovanni Mesina, Gavino Corrias, Giuseppe Pinna e Ranieri Ugo - il prof. Gavino Scano che sedendo fra noi entusiasmò i nostri animi colla sua parola vibrata e commovente - la eletta comitiva composta del cav. Eugenio Cau, Gerolamo Toselli, capitano medico Barrago, Rafaelle Mari, Angelo Rossi, Raimondo Cima, Antonio Tronci, R. Accardo, la quale ci fece assistere ad una magnifica pesca nelle Saline, e con una cortesia senza esempio volle accompagnarci fino ad Oristano. Non dimenticheremo mai le affettuose dimostrazioni di stima delle famiglie del cav. Melis, Agostino Lay, Rachel, coniugi Orrù ed altre che c'invitarono a dividere le loro feste, le loro gioie e i loro geniali trattenimenti. Siamo grati al cav. Cerruti che mise a nostra disposizione un palco nel suo teatro, ed al sig. Caldanzano per le speciali attenzioni che volle usarci. Diamo una stretta di mano ai nostri affettuosi amici senatore Spano, Vivanet, Bacaredda, De-Francesco, Satta Musio, Falconi ecc., per le gentilezze ricevute; nonché alle redazioni dei giornali l'Avvenire, il Corriere, la Meteora, il Buonumore e la Vita di Pensiero, per le lusinghiere parole scritte a nostro riguardo, parole che noi non possiamo ascrivere a nostro merito, ma bensì all'animo squisito di una simpatica popolazione che ha gentile il cuore come ha eletta la mente.
Non possiamo in ultimo tacere della cordiale dimostrazione ricevuta dagli amici di Oristano nelle poche ore di soggiorno che vi facemmo; essi sedettero con noi ad un banchetto dove presero la parola il conte Nieddu, Presidente delle Assisie di Cagliari, e il simpatico deputato Parpaglia, il quale con l'irresistibile fascino della sua parola, e col suo entusiasmo giovanile commosse tutti gli astanti, attirandosi il plauso e l'affetto di quanti l'ascoltavano.
Gli ultimi 10 giorni del carnevale del 1878 saranno scolpiti nel nostro cuore e noi siamo riconoscenti al nostro Sindaco ed alla Giunta per l'indirizzo di ringraziamento fatto al Municipio di Cagliari, ritenendo le feste a noi fatte all'intiero nostro paese.
Mandando i nostri cordiali saluti ai fratelli meridionali facciamo voti perché non sia lontano il giorno in cui noi possiamo rendere ai cagliaritani e agli oristanesi, quelle dimostrazioni di simpatia e d'affetto che da loro abbiamo ricevuto.
 
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