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ENRICO COSTA


Melensaggini. Il primo giorno dell'anno
Enrico Costa
LAMENTO DEL MIO BARBIERE

(Imitazione del Cinque Maggio di MANZONI)

Ei fu! - L'anno decrepito
Diede il mortal sospiro,
E l'anno nuovo, al solito,
Esce oggi a fare il giro;
Io, sbalordito e attonito,
Freddo all'annunzio sto.

Gemo pensando ai triboli
Del tristo mio mestiere,
Né so quando mai cangiasi
La sorte del barbiere -
Son sempre nella polvere:
Un soldo mai non ho!

Cari avventor, credetemi,
Mi trovo in cattive acque:
La stella mia benefica
Cadde, risorse e giacque;
Con mille voci querule
Mi assale il creditor.

Per me non v'ha più encomio,
Ma un rio continuo oltraggio;
Tutto a me intorno è tenebre:
Non mi sorride un raggio...
Dei miei malanni un cantico
Io sciolgo oggi dal cor.

Dal Piano a Porta d'Utzeri,
Dalle Appendici al Duomo,
Trovar non posso un essere
Che salvi un galantuomo:
Nessuno a me fe' credito
In tutta la città!

Fu vera infamia? - Ai giudici
Far la sentenza - io, muto,
Chino la fronte a piangere
Il tempo che ho perduto,
Chiedendo, come un povero,
A ognun la carità.

Tutto provai - la gloria
Di ben tosar le zucche,
L'ansia di far le chieriche,
Le barbe e le parrucche;
Degli abbonati il solito
Vezzo dei pagherò.

Provai l'orror dei debiti,
I salmi del pretore,
E, sovratutto, il perfido
Trattar dell'Esattore:
Due volte vi andai supplice,
Due volte mi scacciò.

Oh quante volte al sabato,
Le braccia al sen conserte,
Io vidi le mie seggiole
Immobili e deserte!
E allor di mille triboli
Mi assale il sovvenir.

E ripensai la Mobile
Ricchezza, e il pane caro,
E l'olio, e il fitto, e gli abiti,
E il lampo del denaro,
E di mia moglie i cantici,
E dei figli il garrir!

Come sul capo all'asino
Piomba il fatal bastone,
Così ogni mese, ahi misero!
Mi pesa la pigione;
E su di voi, nel radervi,
Cade la stanca man.

Ma forse in tanto strazio,
In tanto e tanto affanno,
Il ciel vorrà concedermi
Le strenne del nuov'anno...
Un più spirabil aere
Dunque io sospiro invan?

Ah no - mi avvio nei floridi
Sentier della speranza:
Miei cari ah no, - se v'auguro
Cent'anni di esultanza
Fra le mie dense tenebre
La strenna brillerà...

Suvvia Barbiere, allegrati!
Il tuo trïonfo è pieno:
Conta ancor questa - inalzati
Che non verrai più meno -
Più lieve a te la coltrice
Stassera sembrerà!! -

 
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