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ENRICO COSTA


Lapide commemorativa a Paquale Tola
Enrico Costa


   Fin dallo scorso anno, per iniziativa degli studenti della Università di Sassari, si stabiliva di porre nell'Aula una lapide commemorativa ad onore del cittadino Pasquale Tola, valente filologo, storico e giureconsulto.
   Questo generoso e patriottico pensiero non tardò a tradursi in atto; e la mattina del 9 corrente fu designata per la solenne inaugurazione, che riuscì imponentissima.
   Oltre la numerosa scolaresca intervennero alla cerimonia tutte le autorità civili e militari, molti cittadini, un buon numero di signore ed i parenti del Tola. Erano rappresentate quasi tutte le Università e le principali Accademie e Istituti d'Italia; si ricevettero molti telegrammi, di cui uno dall'Università di Pietroburgo, e moltissime lettere, fra le quali una del ministro Michele Coppino ed altra di Antonio Manno, figlio dell'Illustre storico sardo, segretario della R. Deputazione di storia patria di Torino.
   Presero la parola e pronunciarono bellissimi discorsi il Comm. Pisano Marras pro-rettore della nostra Università, l'avv. Marcellino a nome degli studenti promotori, il prof. cav. Pinna Ferrà, e in ultimo il comm. Cosimo Tola (figlio dell'illustre estinto) il quale chiuse con queste parole:
   «Volle il destino ch'io, destituito d'ogni merito e privo di maschile discendenza, dovessi oggi ripiegare e custodire gelosamente nelle pareti domestiche l'antico vessillo della mia famiglia, fatto bello e vermiglio dal sangue generoso ed innocente di una delle prime e più coraggiose vittime immolate all'unità e indipendenza d'Italia, e sul quale il padre mio con gran sentimento avea scritto il motto:


Tuo Ortu Laribus Age

   Dalla tua nascita affaticati per la patria:  motto e parole che Voi, Padri Coscritti, avete ripetuto e inciso ad onor suo in quella lapide «Operoso, ardente cittadino».
   «Si, o Signori; io ripiego per ora quello Stendardo, ma lo ripiego con gioia e speranza, perché l'eletta e ardente gioventù che mi ascolta ha impresse quelle parole nella mente e nel cuore, e già si prepara a scendere, guidata dalla vostra sapienza, in questa nobile arena di lotte scientifiche per innalzarsi alla gloria, e perché sono sicuro e ve lo affermo, ch'essa all'occorrenza saprà riprendere quel vessillo e dispiegarlo nei campi delle battaglie nazionali, rivestendo in tal modo di nuovi e maggiori splendori la Sardegna, patria sopra ogni altra a noi cara e diletta».
   E ben scrisse la Filippina Gasti Rossi, in un breve cenno della festa, pervenutoci in ritardo:
   «L'egregio figlio del festeggiato, che raccoglieva in quel momento il più prezioso retaggio cui un uomo possa legare al suo sangue, fornì la nota più gentile della cara solennità, allorché, fatta violenza alla piena degli affetti, con voce commossa, ma chiara, ringraziò quanti concorsero ad onorare il suo illustre padre».
Il medaglione che figura nella lapide venne modellato dal valente prof. Saccomanno, presidente dell'accademia di belle arti di Genova; la lapide, eseguita dall'ornatista Montarsolo Vittorio, porta la seguente iscrizione:

A
PASQUALE TOLA
SARDO PATRIZIO
ONORE DEL NOSTRO ATENEO
COME PLUTARCO E MURATORI
DI SARDE BIOGRAFIE SCRITTORE
DI MONUMENTI STORICI RIVELATORE
MAESTRO NELLA SCIENZA DEL GIURE
OPEROSO ARDENTE CITTADINO

IL CORPO ACCADEMICO GLI STUDIOSI
P. Q. R.
MDCCCLXXXVI

   Pasquale Tola nacque a Sassari nel novembre del 1800 dal cav. Gavino Tola e da Maria Teresa Tealdi.  Morì a Genova nel mattino del 25 agosto 1874, e il suo corpo (per volontà espressa del testatore) fu trasportato a Sassari, dove il 5 del successivo settembre la cittadinanza commossa gli fece suntuosi funerali.
   Gli scritti lasciati dal Tola sono i seguenti:
   1° Disertazione sull'origine e vari generi della Poesia (Genova 1824).
   2° Le feste popolari di Mezzagosto (I candelieri). Lettera scritta nel novembre del 1828, e pubblicata a Sassari nel suo Almanacco del 1835.
   3° Almanacchi sassaresi del 1835 e 1836, in cui raccolse in ordine cronologico i fatti memorabili della Città di Sassari, e in cui pubblicò diverse prose e versi.
   4° Il Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna: tre grossi volumi di complessive 872 pagine, illustrati da sessanta ritratti in litografia (Torino 1837-38). È questa la sua opera popolare; appena vide la luce ebbe moltissime lodi dagli italiani e dagli stranieri; l'imperatrice d'Austria fece indirizzare all'autore, dal principe Dictrichstein, Gran Mastro della Corte dell'Imperatrice, una lettera che lo colmava di elogi.
   5° Sulla patria di Carlo Buragna, risposta al cav. L. Baille (Torino 1838).
   6° Discorso accademico sulla scienza umanitaria (Torino 1841).
   7° Relazione del viaggio del re Carlo Alberto in Sardegna nel 1843 (Cagliari 1843).
   8° Codice diplomatico della Sardegna. Opera stupenda in due grossi volumi, di gran formato, in edizione di gran lusso, di complessive 1421 pagine (Torino 1845).
   9° Parole dette ai Soci del Casino di Sassari (Sassari 1849).
   10° Discorso per la solenne distribuzione dei premi (Sassari 1849).
   11° Codici degli Statuti della Repubblica di Sassari; altro lavoro stupendo, ricco di moltissime note (Cagliari 1850).
   12° Discorso sul progetto di legge per l'Amministrazione superiore dell'Istruzione pubblica (Torino 1857).
   13° Vita di Domenico Alberto Azuni (Genova 1862).
   14° Notizie storiche dell'Università di Sassari (Genova 1866).
   Nel 1874 il Tola, a Genova, annunziava una sua lettura nel Circolo Filologico genovese: Sui dialetti dell'isola di Sardegna, e della loro affinità colla lingua nazionale. La morte però, che lo colse improvvisamente, fece sì che il suo lavoro non vedesse la luce.

*

   Nella seduta del 23 settembre del 1874 fu proposto nel Consiglio comunale di onorare la memoria del Tola, o con un'iscrizione nella casa dove era nato - o con un mezzo busto in marmo da erigersi sulla tomba di famiglia o nell'atrio dell'Università - oppure con una statua nella piazza della Carra, che prenderebbe il suo nome. - In altra seduta del 16 gennaio del 1875, cogliendo l'occasione del passaggio in Sassari di un valente scultore, si tornò a parlare di mezzi busti, di statue e di lapidi - si votò per le ultime due, ma corsero dieci anni e non si fece niente!
   E dire che lo stesso Consiglio comunale - in seduta del 14 dicembre 1839 - appena ricevuto il pacco che conteneva i tre volumi del Dizionario biografico, deliberò di supplicare il re Carlo Alberto perché concedesse al Tola un Diploma di Consigliere civico perpetuo, ed al Consiglio di poter coniare una medaglia d'oro all'illustre cittadino sassarese. Si respinse la supplica, e venne risposto che i danari si dovevano spendere per utilità pubblica, non per coniare medaglie, il cui diritto era più regale che civico!
   È proprio il caso di dire: - o troppo presto, o troppo tardi!
   Ad ogni modo, era tempo che un degno marmo, dedicato alla memoria del Tola, sorgesse là, nell'Aula della nostra Università, vicino a quelli che ci ricordano l'Azuni ed il Rolando.
   E i sassaresi si mostreranno sempre grati alla studiosa e patriottica scolaresca, iniziatrice di un caro ricordo; il quale era nel cuore di tutti, ma aspettava una scintilla per potersi manifestare con l'affetto del figlio che palpita di generoso orgoglio per le glorie della patria!

  Sassari

 
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