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ENRICO COSTA


Dall'album di Actos. La geografia
Enrico Costa
Lo conobbi in un modesto villaggio della Sardegna. Era un povero maestro di scuola che stiracchiava la vita a seicento lire all'anno; ma sospeso dal suo ufficio per puntigli e gare municipali (accesi da due partiti di opposto colore) fu messo sulla strada. Il colpo improvviso ferì il maestro nel pane e nell'amor proprio, in modo che lo rese pietrificato di corpo e d'anima. I più dicevano che egli aveva perduto il ben dell'intelletto, perocché era diventato misantropo, ringhioso - e quando lo si faceva parlare egli usciva in isproloqui accusando l'ingiustizia degli uomini, ed asserendo che fra non molto avrebbe fatto parlare di sé in tutta l'Italia, in grazia di certe riforme radicali che intendeva introdurre nella pubblica istruzione dello Stato.
Gli parlai più volte con animo di consolarlo - ma la mia compassione mi costò ben cara, inquantocché dovetti subire le sue strane teorie. Egli volle svelarmi, in tutta segretezza, i diversi metodi che intendeva proporre per fare apprendere con facilità e prontezza diversi rami dello scibile. Io non faceva che assentire su quanto mi andava esponendo, ignaro sempre se avevo da fare con un pazzo o con un uomo di genio.
Lasciando per ora le sue teorie singolari sulle imperfezioni della grammatica e sul miglior modo di giovarsi della rettorica - di cui parlerò altra volta - riferirò quanto mi dissi a proposito del metodo d'insegnamento della Geografia.

***

- Vedete - egli mi diceva - si potrebbe insegnare agli scolari la geografia per associazione di idee. Mi spiego. Con racconti ben coordinati si potrebbe aprire la testa ai bambini ed ai giovinetti, facilitando loro la memoria, visto e considerato che nel mondo morale, come nel fisico, vi è sempre l'equilibrio, e che non esiste paesucolo o nazione che non siano noti per qualche specialità, per qualche fatto storico, o che so io!
Per esempio - io, volendo spiegare la prima lezione di geografia, comincierei a dire così a' miei teneri scolari:
«- Figliuoli miei; siamo in tempi assai tristi, e l'avvenire ci si presenta oscuro. Da una parte siamo minacciati dalla guerra universale - dall'altra abbiamo alle spalle due spettri che si avanzano inesorabili: il cholera, che coi caldi tropicali può infierire ed espandersi per tutto il globo - e la filossera che, minacciando le nostre viti, finirà per togliere a noi il vino ed agli agricoltori una gran fonte di lucri.
«Ciò premesso - quali sono le quattro parti del mondo? È presto veduto per associazione d'idee e per i rapporti intimi delle cose fra di loro.
- Chi ci minaccia da una parte?
- La guerra europea.
- Ed ecco l'Europa!
- Chi ci minaccia dall'altra?
- Il morbo asiatico.
- Ed ecco l'Asia!
- Donde proviene il caldo?
- Dal vento affricano.
- Ed ecco l'Affrica!
- Chi può salvarci dalla filossera?
- La vite americana.
- Ed ecco l'America!
«Ora, per dividere l'Europa ne' suoi diversi stati, per rilevare le isole, le città principali ecc., si potrebbe improvvisare agli alunni un racconto, in cui si parli del pane, del vino, dei tessuti, liquori, profumerie, pietre, e che so io. Si troverà sempre il rapporto intimo che vi richiamerà una nazione od un paese; dippiù si riuscirà a insegnare senza sforzi tante altre cose utili a sapersi nel ramo storico, alimentare, industriale, artistico, e via dicendo.
«Diamo un piccolo saggio. Io domando a' miei scolari:
- Cari ragazzi - a che pensate quando vi offrono una pasta alla crema?
- All'Offelleria Svizzera.
- Bene! E qual è la capitale della Svizzera?
- Gli orologi di Ginevra, ad ancre, con quindici rubis. In Sassari essi si vendono in Piazza Azuni, nell'elegante magazzino Pieroni.
- Che idea richiama in voi un attacco alla bajonetta?
- Il grido di guerra: Savoia!
- Benone! E il paese più noto della Savoia?
- Linda di Chamouny, opera in tre atti del maestro Donizzetti.
- Benissimo! Che vi richiamano invece le bastonate sulla schiena?
- I rigori dell'Austria!
- Ottimamente! E la capitale dell'Austria?
- Birra di Vienna, che si vende a trenta centesimi il bicchiere dai fratelli Corradini.
- Or bene: Che idea vi dà un bicchiere?
- I cristalli di Boemia.
- E la capitale della Boemia?
- I profughi di Praga, bellissima poesia di Giacomo Berchet, morto nel 1851.
- Qual è la capitale della Grecia?
- La cacciata del Duca di Atene, stupendo quadro del pittore Ussi, premiato all'Esposizione.
- Qual è la capitale della Baviera?
- L'abito non fa il Monaco - proverbio popolare, molto in uso.
- Qual è la capitale della farina Lombarda, con cui si fa un pane eccellente?
- Le mosche di Milano, che si applicano al corpo umano per estrarne gli umori maligni.
- A che pensate dinanzi alla giubba del babbo?
- Alla Manica che divide la Francia dall'Inghilterra.
- E quando avete l'emicrania?
- Al mal di Nervi, sulla riviera di Genova.
- E quando mangiate?
- Alla bocca di Bonofacio.
- E quando bevete?
- Alla città di Brindisi.
- E quando camminate?
- Al Passo di Calais.
- Quali sono i mari colorati?
- Il Mar Bianco e il Mar Nero in Europa - il Mar Giallo in Asia - e il Mar Rosso in Affrica.
- Qual è il mare senza tempeste?
- L'Oceano Pacifico, tra l'Asia e l'America.
- E il mare che non esiste?
- Il Mar Morto, in Terra Santa.
«Dunque: cominciamo ora dall'Europa. Come dividerla ne' suoi principali Stati? - È presto fatto - date mano all'associazione delle idee, e...»

***

Lettori carissimi - io non ho in animo di ripetervi tutti i raccontini e le domande strane che quel povero maestro intendeva fare a' suoi allievi per facilitar loro lo studio della Geografia. Vi dirò brevemente i qualificativi che dovevano far da soci in quello strano metodo d'insegnamento - ve li ripeto quali li ho notati nel taccuino.

EUROPA

- Ditemi quali sono gli Stati di EUROPA?
Tela di Russia
Ferro di Svezia
Ghiaccio di Norvegia
Filo di Scozia
Formaggio di Olanda
Cristalli di Boemia
Merletti di Fiandra
Birra di Baviera
Monaca di Cracovia
Pane di Spagna
Corame bulgaro
Canto italiano
Musica tedesca
Rivoluzione francese
Acidi prussico
Offelleria svizzera
Acciaio inglese
Grano turco
Pece greca ecc.

X

- E quali sono le notevoli città dell'EUROPA?

Birra di Vienna
Torre di Londra
Panier... di Parigi
Azzurro di Berlino
San Pietro di Roma
Terremoto di Lisbona
Vino di Bordeaux
Cartone Bristol
Maraschino di Zara
Macchine di Manchester
Sardelle di Nantes
Bottiglia di Leida
Grano di Odessa
Seta di Lione
Lame di Toledo
Acqua di Colonia
Eregastolo di Tolone
Il cittadino di Gand
Giocatoli di Norimberga
Birra di Gratz
Pasticci di Strasburgo
Bagni di Baden
Legnami di Trieste
Il barbiere di Siviglia
L'assedio di Granata ecc.

ASIA

- Dite qualche cosa dell'ASIA.

Fuochi di Bengala
Inchiostro di China
Nespole del Giappone
Stoffe di Damasco
Canna d'India
Tappeti di Persia
Polvere di Cipro
Lane di Tibet
Lane di Cascemir
Gomma Arabica
I fratelli Siamesi ecc.

AFFRICA

- Accennate qualche cosa dell' AFFRICA

Piaghe d'Egitto
Datteri di Barberia
Fichi moreschi
Polvere di Tripoli
Corame marocchino
Uccelli delle Canarie
Vino di Madera ecc.

AMERICA

- E dell'AMERICA che cosa mi dite?

Cappelli di Panama
Voce Argentina
Tela messicana
Salti del Niagara
Coca Boliviana
Ruhm di Giamaica
Caffè Portoricco
Legno di Brasile
Sigari d'Avana
Miniere del Perù ecc.

ITALIA

Fermiamoci ora all'ITALIA

- Quali sono le sue isole principali?

I vespri Siciliani
Il ballo Sardo
La vendetta Corsa
I bagni caldi d'Ischia
Il bagno penale d'Elba
La Grotta verde di Capri

- Ditemi il nome di paesi notevoli d'Italia

Il Diritto Romano
Vermouth di Torino
Panettoni di Milano
Specchi di Venezia
Paglia di Firenze
Canditi di Genova
Maccheroni di Napoli
Mandarini di Palermo
Spumante d'Asti
Nero di Barolo
Vino di Chianti
Zampone di Modena
Mortadella di Bologna
Torroni di Cremona
Terra di Siena
Marmo di Carrara
Alabastri di Volterra
Pietra di Lavagna
Olio di Nizza
Vino di Marsala
Formaggio Piacentino
Formaggio Parmigiano
Formaggio Lodigiano
Vin di Siracusa
Disfida di Barletta
Campanile di Pisa
Battaglia di Benevento
Rafaello d'Urbino
Leonardo da Vinci
Sedie di Chiavari
Gli amanti di Verona
Francesca da Rimini
Arnaldo da Brescia
Sant'Antonio di Padova
San Francesco d'Assisi ecc.

Per esempio: Ad uno scolaro intelligente io racconterei il seguente fatterello, perché me lo spiegasse:
«... All'alba del mio secondo giorno di viaggio arrivo ad un campo molto basso e molto vasto, nel cui centro noto un povero casale. Ero poco lontano dalla prima casupola, composta di una cucina e di un camerino, quando vidi un'aquila calare a volo. Io l'aspettai di piè fermo, feci fuoco e l'uccisi. Tre pastori che si trovavano là vicino mi colmarono di lodi per la mia abilità nel tiro, e volevano che io cedessi loro quell'uccello gigantesco, ricco di penne stupende. L'uno di essi mi offrì in cambio un piatto di crema, dicendo: - vi dò il prodotto delle mie uova; il secondo mi offrì quattro pani di burro, dicendo: - abbiate il grasso del mio latte; il terzo mi offrì cento libbre di filetto bovino, assicurandomi che valeva più di dieci scudi. - Ed io che faccio? Accetto e divoro il piatto di crema, mi lecco le dita, faccio un brindisi alla loro salute, ed esclamo: - Vedete bene che coi patti chiari si resta amici cari; se avessi guadagnato due terni al lotto non sarei stato così contento!...»
Uno scolaro intelligente, nel mio racconto, avrebbe subito trovato venti città italiane capoluogo di Circondario; cioè:

Alba Penne
Campobasso Crema
Vasto Abbiategrasso
Casale Cento
Noto Bovino
Camerino Lecco
Aquila Brindisi
Fermo Patti
Foggia Chiari
Lodi Terni.

SARDEGNA

Dall'Italia veniamo all'isola che ci diede la culla. Quali sono i paesi notevoli della Sardegna?

Dolci di Cagliari
Mele appio di Sassari
Palmizi di Alghero
Amaretti di Oristano
Fichi sechi di Bosa
Sospiri di Iglesias
Burro d'Ozieri
Salame di Tempio
Aranciata di Nuoro
Funi di Sorso
Vino d'Oliena
Vino di Seui
Malvasia di Tresnuraghes
Briglie, speroni, bisaccie di Gavoi
Vernaccia di Solarussa
Pane di Selargius
Pignatte di Pabilonis
Ciriegie di Villacidro
Fornelli di terra di Banari
Torrone di Pattada
Castagne d'Arizzo
Fichi di Pula
Olio di Cuglieri
Formaggio di Sindia
Angurie di Serramanna
Aranci di Milis
Acquavite di San Lussurgiu
Orbace di Osilo
Terraglie di Decimomannu
Donne belle di Cabras
Grano di Nulvi
Meloni di Bonorva
Anguille di Torralba
Canestri di Sennori
Stuoie di Santa Giusta
Tegole di Silì
Arselle di Terralba
Zaferano di San Gavino
Piricchittos di Quarto
Pale e mestole di Fonni
Biscotti di Castelsardo
Ortaglie di Tortolì
La bella di Sanluri
La disfatta di Macomer
Adelaide di Torres
La battaglia di Uras
Il castello d'Ardara
La Grotta di Tiesi
Le paci di Sedini ecc.

Non potete immaginare tutte le corbellerie che mi confidò il povero maestro a proposito della Sardegna, de' suoi monti, de' suoi fiumi, delle sue spiagge ed isolette ecc. Quante stranezze ne'suoi famosi richiami!
Una purga d'olio di ricino doveva trasportare la mente degli alunni all'isola dei Budelli e a quella di Mal di ventre; gli asini all'isola dell'Asinara, le capre a quella di Caprera, il palcoscenico a quella di Tavolara, i pomidoro all'Isola Rossa ecc. ecc.
Un arcivescovo era il richiamo del monte Arci; un parto il monte Doglia; Depretis il Monte Vecchio; una giubba il Monte leone, e così di seguito.
I fiumi non erano meno originali. La verga di Bacco era il fiume Tirso; l'autore della Storia di Sardegna era il fiume Manno; la paura era il fiume Temo; due volte il villaggio di Quarto faceva il rio di Ottava.
E quante altre corbellerie che più non ricordo! - I villaggi di Quarto e di Sestu, sommati insieme, formavano il villaggio di Decimo; il nemico del Largo Azuni era lo stretto di Bonifico; le pernici e le lepri erano il Capo Caccia; il Portogallo doveva ricordare Milis, e per Milis doveva intendersi il Golfo Aranci; i villaggi buoni erano Bono, Ilbono, Bonorva, Bonnanaro e Benetutti; i villaggi ricchi erano Oro-sei, Oro-telli, Ori-stano - Nu-oro ecc. E così di questo passo.
Venivano in ultimo le così dette amenità poetiche. Ecco un saggio per domanda e risposta:

- O studente, dir mi sai
Dei villaggi sardi in ai?

- Io so d'Olzai,
So d'Illorai
E di Ulassai;
So pur di Allai,
Di Lotzorai
E d'Ussasai;
So d'Ollolai
Di Samatzai
E d'Onifai;
Dovunque vai,
O poco o assai,
Trovi dei guai!


- O studente, istrutto sei
Dei villaggi sardi in ei?

- Io so di Lei
So di Baltei
E di Musei;
So pur di Triei,
So di Orosei
E d'Ursulei;
So di Burchi
So di Furtei
So di Baunei;
Nato in Gergei
Morir vorrei
In Lanusei!

La lezione sarda doveva finire con un ghiribizzo grazioso (come lo chiamava il maestro) nel modo seguente:

Ahi, ahi!
Son di Onifai.
Ehi, ehi!
Son di Baltei.
Iha, iha!
Son di Sindìa.
Ohi, ohi!
Son di Gavoi.
Uhi, uhi!
Son di Seui.

«Questo esercizio (diceva il maestro) è pure utile per insegnare ad un tempo le vocali e la geografia ai bambini sardi di un anno.»
E mi pare che il Lettore benevolo sappia abbastanza della nuova riforma che il povero maestro voleva introdurre nell'insegnamento della Geografia agli alunni della prima, seconda e terza elementare. Altra volta vi parlerò delle sue idee sulla grammatica in genere e sulla rettorica in ispecie.

Sassari

 
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