Gente
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Elodia e la repubblica sassarese. Romanzo storico
Marcello Cossu
pp. 53-54
Appena colei se ne andrà ai Campi Elisi, tu sarai da me sposata... E' vero che il nostro maritaggio farà ridere un po' la gente – già, poiché quando si va a nozze ai sessantacinque per i settant'anni!... sfido io, se v'è da ridere.
pp. 82-84
Pisa dichiaratasi già nemica di Genova fomentando gli antichi rancori, incominciò l'offensiva col prendere verso il 1276 le difese d'un signore corso a svantaggio della rivale. Costei ne fu punta sul viso e si diede ad allestirsi per la rivendica. In un primo scontro ventiquattro navi pisane furono assalite e fugate. Pisa mal sopportando l'oltraggio, fece di tutto per armare cento e tre galee con le quali andò a schierarsi proprio di fronte a Genova, incitandola alla pugna con infiniti improperi e schiammazzi e gettando dentro le mura per milanteria freccie d'argento. Genova quanto mai superba e severa tutrice dell'onor suo, non appena fu in grado di mettere in mare cento venti galee, ricambiò l'insulto. Pisa ancor più inacerbita risalì sulle navi e corse sitibonda di sangue alla vendetta. Le due nemiche si scontrarono nello scoglio della Meloria che doveva dappoi eternare il fraterno eccidio, e quivi spiegatesi, dato il solito segnale, si azzuffarono. Alberto Morosini ammiraglio veneziano comandava l'armata pisana e Umberto Doria, la genovese. Il primo scontro fu d'ambe le flotte d'egual vigoria e ferocia; il mare ne fu tutto sconvolto e videsi trasformare in un momento - così erano precipitate le mosse delle navi, - in tanti solchi spumosi e densi. Era un continuo scagliar dardi l'un l'altro, proietili, animali velenosi raccolti in vasi di terra e materie incandescenti. [...] Effettivamente essa è fatta prigioniera con undici mila uomini..! Così Pisa giacque sorpresa dal nemico e dal tradimento..! Inallora si formava quel motto: << Chi vuol veder Pisa vada a Genova! >>.
p. 99
Noi verremo assoggettati al giuramento di fedeltà e sommessione epperò a tutte quelle balzellerie e umiliazioni di cui si fa arbitro il mostruoso dominio feudale! Che cosa addunque ne conviene fare a schiavar tanta copia di mali?. - null'altro fuorchè progettare il conquasso della corte di Ardara... Il Giudice turritano ha colmato la misura.... già i popoli suoi vassalli sonosi finalmente disposti alla rivolta... da tutti già si grida: morte ai tiranni! E noi pure grideremo: Morte al regolo di Torres! - Morte al Giudice Michele Zanche - gridò concordemente l'assemblea.
p. 119
Adunque: l'insulto – si ripari coll'insulto; il sangue, si lavi col sangue... il delitto si punisca col delitto! Questa si chiama giustizia.
La bella di Osilo
Marcello Cossu
p. 23
Correvano allora quei tempi barbari del Feudalesimo; i tempi degli orribili delitti, delle scelleratagini e delle più atroci vendette.- Quei secoli nei quali agiva incontrastata l'iniquità del potere – ove riputavasi legge il talento; virtù, la forza brutale dell'individuo.