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Collana: Scrittori sardi
Anno: 2006
Dimensione: 12x19 cm
Pagine: 500
Prezzo: € 22,00
ISBN: 88-8467-377-0
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Frate Antonio Maria da Esterzili
Libro de comedias
a cura di A. Luca de Martini

L'autore

Frate Antonio Maria da Esterzili (1644 o 1645-26 aprile 1727) è il primo scrittore in lingua campidanese a noi noto. Della sua vita non si sa quasi niente, anche perché fu coinvolto in uno scandalo che gli costò la cancellazione della maggior parte delle notizie che lo riguardano al punto che nemmeno il cognome ci è noto. Dal registro dei cappuccini –per ora unica fonte d’informazioni sul frate– sappiamo che prese i voti a venticinque anni e visse come frate per cinquantasette anni; risiedeva nel convento di Sanluri quando scrisse il Libro de comedias (18 novembre 1688), opera che pare sia nata grazie al desiderio del frate di riabilitarsi presso la Chiesa.

Il curatore

A. Luca de Martini (Cagliari, 1974), laureato in glottologia all’Università di Cagliari, diplomato alla SSIS, insegna materie letterarie nei licei. Studioso di linguistica sarda, vincitore di una borsa di studio biennale regionale con relazione finale sull’evoluzione del campidanese dal Seicento ad oggi, collabora con la rivista «Nae». Cultore delle lingue araba e russa, ha svolto un corso di specializzazione in lingue caucasiche all’Università Statale di Tbilisi (Georgia). In questa collana, si è occupato dell’edizione della pars sexta dell’Index libri vitae di Giovanni Delogu Ibba, a cura di Giuseppe Marci.

L'opera

Il manoscritto dello scrittore esterzilese comprende cinque opere, delle quali l’ultima ci è pervenuta incompleta: la Conçueta del Nacimiento de Christo, la Comedia de la Passion de nuestro señor Jesu Christo, la Representaçion de la comedia del Desenclavamiento de la Cruz de Jesu Christo nuestro señor, i Versos que se representan el Dia de la Resurrection e la Comedia grande sobre la Assumption de la virgen Maria senora nuestra a los ciélos cui seguono pagine di diritto ecclesiastico, che si aprono con le Excomunicationes in die coenae Domini, redatte in latino e in spagnolo. L’opera, conservata presso la Biblioteca Universitaria di Cagliari, risulta essere la trascrizione di testi composti in periodi diversi, come dimostrano alcune differenze grafiche e linguistiche. Il genere letterario è quello delle sacre rappresentazioni, che in quell’epoca era ancora vivo nella penisola iberica, mentre era ormai tramontato da alcuni secoli in Europa.

 
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