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BIANCA PITZORNO


Milano, Mondadori, 1995
La bambola viva
Bianca Pitzorno
Qualche volta i grandi sono davvero strani. Probabilmente vi riuscirà difficile crederlo, ma vi assicuro che in casa Rodini le cose erano andate proprio così, e cioè che nessuno, ma proprio nessuno, si era preso la briga di avvertire Chiara e Carlotta che la loro mamma aspettava un bambino, e che dunque presto loro due avrebbero avuto un fratello minore.
Forse i genitori, gli zii e il resto del parentado pensavano che le gemelle avrebbero apprezzato di più una sorpresa. E che si trattasse di una sorpresa non c’era dubbio. L’ultima cosa che le due bambine si aspettavano era un nuovo arrivo in famiglia.
Sapevano bene, perché glielo avevano sentito raccontare mille volte, quanto si fosse stancata la mamma a tirar su loro due, quand’erano così piccole che ancora non camminavano e prendevano il latte dal biberon.
- Avevo appena finito di cambiare Carlotta, che Chiara si metteva a strillare perché si era bagnata di nuovo. All’ora dei pasti nessuna di voi due aveva la pazienza di aspettare che finissi di dare la pappa alla sorella, ma quella del secondo turno urlava così forte, dimenandosi sul seggiolone, che un giorno salì la signora del piano di sotto a vedere se per caso non vi stessi torturando.
 
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