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BIANCA PITZORNO


Milano, Mondadori, 1994
Diana, Cupìdo e il Commendatore
Bianca Pitzorno
Dove facciamo la conoscenza di Diana e dei suoi gusti cinematografici
Quando stava ancora a Lossai, Diana Serra aveva il permesso di andare al cinema una volta alla settimana. Qualche volta due, se aveva preso dei bei voti a scuola. Però mai di domenica, perché la mamma non voleva che si mescolasse alla gente volgare che di solito riempie le sale cinematografiche nei giorni di festa.
Ci andava accompagnata da Gavinuccia, che in teoria non avrebbe dovuto occuparsi di lei, perché era stata assunta come bambinaia per Zelia. E infatti in quelle occasioni la piccola (che continuava a venir chiamata così benché avesse già sei anni e fosse perfettamente in grado di giocare per conto suo senza farsi male e senza combinare disastri) restava a casa, affidata alla cuoca Aurelia. La mamma non poteva badarle perché a quell’ora – il secondo spettacolo incominciava verso le quattro e mezzo del pomeriggio – giocava a canasta con le amiche.
La mamma non aveva mai molto tempo per stare insieme a Diana e a Zelia. La sua giornata era piena di impegni: cose da grandi, posti dove due bambine si sarebbero annoiate e avrebbero dato fastidio.
 
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