Illustre ed egregio signore di…

Non sì tosto ebbi fornito di leggere l’opuscoletto inviatomi di costì, che mi sentii voglia di cavare il ruzzo del capo al signor Gustavo Jourdan con alcuno di quelli argomenti che soglio adoperare quando la temperatura ha lunga la scarpa, acconcia al molleggiare, e metto nel mio scrittoio il calamaio a guazzo. Un istante di riflessione mi svolse dal mio proposito, e pensai che non di tale parate ha mestieri la patria nostra contro i bottoni che le si mandano a quando a quando dagli stranieri. Lasciamo volentieri il triste privilegio dell’arroganza a lui, uomo azzimato della civilissima Francia; il ritegno e la modestia serberemo per noi barbari figli della selvatica Sardegna!

E sì che per tali ci qualifica egli tutti, e tanto è con noi disamorevole, e tanto il dispregio che palesa pei nostri concittadini, che passando la usata leggerezza della sua nazione, non pago di ritrarre con foschi colori il presente, ci contende i barlumi dell’antica gloria.