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Note introduttive
Alle origini
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Il Settecento
L'Ottocento
Il Novecento
Il Novecento
Giuseppe Dessì

Giuseppe Dessì rinnova la scelta di porre la Sardegna al centro delle sue opere e interpreta in maniera originale il tema della memoria, in linea con il procedere narrativo delle letterature novecentesche. Lo fa attivando un confronto continuo col dato storico e col bisogno psicologico di autoconoscenza e di autocomprensione.
Dessì, certamente leggendo Gramsci, ma soprattutto l'interpretazione che Lussu, da sardo, dava della prima guerra mondiale, ha potuto comprendere l'esperienza militare paterna e ha potuto rileggere con sempre maggiore chiarezza il proprio vissuto e il passato storico dell'Isola.

Egli delinea un itinerario individuale e collettivo che ha a che vedere con la coscienza del singolo individuo e col sentimento di un popolo bisognoso di identificare se stesso nei travagli dei percorsi storici attraverso i quali è passato per conquistare una sua modernità.

Durante la guerra e nel primo dopoguerra, Dessì aveva collaborato alla rivista Riscossa (1944-1946) di Francesco Spano Satta. Del gruppo dei collaboratori facevano parte ancora Emilio Lussu, Antonio Borio, Salvatore Cottoni, Franco Fulgheri, Giovanni Floris, Francesco Masala, Fiorenzo Serra, Nino Giagu, Vico Mossa, Giovanni Maria Cherchi, Antonio Santoni Rugiu, Angelo Mannoni, Giovanni Lilliu, Luca Pinna, Gavino Musio, Augusto Maddaleni, Toti Mannuzzu, Teresa Crobu, tutti sardi, e Lorenzo Giusso, Aurelio Roncaglia, Lanfranco Caretti, Giorgio Bassani, Franco Matacotta, Antonio Delfini e Joyce Lussu che si trovavano temporaneamente in Sardegna o che erano stati invitati a collaborare alla pagina letteraria della rivista.
Vi scrissero, ed ebbero modo di dibattere le proprie idee, cattolici, socialisti, azionisti, comunisti, quanti cioè, in quel particolare momento, svolgevano a Sassari una attività culturale e politica che era sorretta, almeno allora, da un valido supporto teorico e dottrinale e da una appassionata motivazione intellettuale.
Occorre, inoltre, dar conto del gruppo che si radunava intorno alla rivista Ichnusa (1949-1952 e poi 1956-1962) di Antonio Pigliaru e che si proponeva di allargare e approfondire la riflessione sulla nuova cultura che maturava nella società sarda. Nonostante il gruppo redazionale tendesse a sviluppare gli spunti che offrivano le osservazioni e le considerazioni di Gramsci, il punto di vista e l'ottica restavano però incentrati, per quel che riguarda la letteratura, sulla produzione in lingua italiana.

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