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RAIMONDO MANELLI


Cagliari, Aipsa, 2002
La madre di Gonario (Empatie di varie stagioni)
Raimondo Manelli

Il sogno ricorrente di Gonario è ancora la casa, malgrado l'età, che gli ha fatto superare il terzo ventennio; e i sogni - come ormai si sa bene - hanno radici lontane. La casa appare situtata nella parte più alta del paese, dove si trova la maggioranza plebea, salvo due famiglie che vantano nel parentado, un canonico e un arciprete: a ridosso di una vecchia costruzione di pietrame granitico irregolare, la parte più recente, più moderna e abbastanza spaziosa, è quella che - nel sogno - appartiene a Gonario e ai suoi famigliari. Alcuni vani, però, figurano ancora abitati da una famiglia di parenti.

Nato in un comune pastorale della Barbagia, secondo il registro delle nascite, il giorno 8 di settembre, alle ore 19, in una decrepita casupola del Vico Santa Rosa, di cui erano proprietarie le pie sorelle note col soprannome di "Kirielles", Gonario poteva dirsi predestinato a masticare parole latine dalla fanciullezza. all'età di otto anni e mezzo, infatti, dopo che la famiglia aveva cambiato casa, lasciando il rione della fonte di Harthonna per quello di Maleporcheddu, il rettore (così veniva chiamato il parroco), il Rettore in persona, un pomeriggio di primavera andò a richiederlo ai genitori per assegnargli le mansioni di sacrista.

 
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