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MARCELLO FOIS


Torino, Einaudi editore, 2002
Piccole storie nere
Marcello Fois
Il questore badava a dire che bisognava capire la situazione, sì, insomma, che le cose stavano come stavano.
- Lo sa anche lei, commissario, - diceva,- lo sa anche lei…
Giacomo Curreli lo ascoltava con un piglio concentratissimo. Il questore proseguiva: - Io da parte mia la ritengo persona validissima, beninteso, ma…
Ma? E silenzio, circa trentadue secondi di perfetto silenzio che il questore impiegò per pulire le spesse lenti da vista con una pezzetta di daino.
- Ma, - riprese inforcando gli occhiali, - certe condizioni che rendono il suo trasferimento improcrastinabile non si possono tacere, proprio no, non si può far finta di niente.
Curreli fece spallucce e si grattò la mascella: - Allora? Il questore ebbe come un arresto respiratorio, brevissimo in effetti, ma abbastanza lungo da renderlo paonazzo.
- Allora l’ho convocata, - tagliò.
- Lo sapevo, - disse Curreli giusto per tagliare anche lui.
- Bene, - si rasserenò il questore, - così è tutto più facile, facciamo che prima di occupare la nuova sede si prende le ferie arretrate, giusto per stare con la famiglia, eh?
Tentò un sorriso complice, il questore.
Curreli si mise a contare mentalmente i giorni di ferie arretrate. – Arrivo alla pensione, - disse all’improvviso.
Il questore lo guardò con un misto di stupore e paura. – Se mi prendo tutte le ferie arretrate arrivo alla pensione, - chiarì Curreli, - forse è meglio che parta subito. Dove pensava? – chiese.
- Roma, scandì il questore, - Roma.
 
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