Milano, Tipografia Pietro Agnelli, 1864
L'Italia e i ministri della corona
Giovanni Siotto Pintor
Si è scritto e si scrive tutto dì sulla unità dell’Italia. Molti hanno messi in luce opuscoli più o meno ragionati, più o meno sdegnosi. Posto che ancora taluno di essi (il che in nessun modo lo è) avesse scrivendo passato il segno, da ogni lettore discreto ne dovrebbe impetrare venia la più larga. Virtù sconfinate non si danno, e ne’ fatti de’ popoli, come in quelli degli individui, vi ha misura di modi e di tempo. Se il genio, secondochè disse un grande scrittore, è la pazienza, l’Italia non dee dolersi di averne avuta anche troppa. Ma il soperchio non fu mai, non può essere la condizione normale della umanità. Quando si discutono diritti da non discutersi, la pazienza può vivere allattata dalla speranza. Che se dopo una serie di fatti odiosi o contennendi subentri la sfiducia negli animi già ausati a uno irremovibile proposito, avviene allora per la legge de’ contrasti che quanto fu più paziente l’aspettazione, e tanto sia più impetuosa e più sfogata e forse anco meno disciplinabile contro ogni maniera di ostacoli la resistenza.