Torino, Tipografia G. Borgarelli, 1878
Feliciana ossia la ribellione delle mogli
Giovanni Siotto Pintor
Atto primo.
Camera in casa di Feliciana con diverse porte che danno l’adito agli appartamenti interni, due dall’altra parte che mettono all’anticamera e alla scala. Un orologio da muro con la suoneria.
Scena I.
FELICIANA sola seduta a un tavolino dove sono tre libri, molte lettere e un giornale, legge e medita sul libro che ha in mano.
Neghi chi vuole; la forza non ha mai creato un diritto, (chiude il libro e apre una lettera) Il signor Giangi, (legge e ripiega la lettera) So bene che la monarchia non avrebbe fatta la prova; è opera degna della repubblica questa. (legge l’altra lettera) Quanto è amabile il signor Pellizzaro! Co’suoi amici del Consiglio Principe addormenta gli oppositori e adopera che non si tocchi alla legge sinchè non sia passato l’anno di prova. (legge una terza lettera alzandosi) Ah! Il signor Almerighi. Sono acquistati alla causa i capitani reggenti. Benissimo! Che i signori Malpeli e Sabatini chiudano un occhio, mi basta, (piglia in mano il giornale) Il Giornale della Pieve (legge passeggiando): «Le elezioni amministrative nella parrocchia di Faetano». Bravo il signor Draschi o piuttosto la signora Carolina che regna assoluta nell’animo di lui. (prende un’altra lettera) Il signor Lulli. (legge e richiude la lettera) Lo so, sono uomini di bassa lega.