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GIOVANNI SIOTTO PINTOR


Firenze, Cotta e Comp. Tipografi del Senato del Regno, 1873
Discorso pronunziato dal Senatore Giovanni Siotto-Pintor nella tornata del 22 gennaio 1873
Giovanni Siotto Pintor

Signori Senatori,

io mi ho messo animo quest’oggi di dimostrarvi in questa città, già sede augusta del diritto, come la legge che si discute e quell’altra alla quale si riferisce sieno, anziché ordinamento, disordinamento e sfasciamento della Magistratura. La parola è forte, e ne chiedo venia all’onorevole rappresentante del Ministro Guardasigilli. Ma aspetti un po’ a sentire, e vedrà se io non la proverò. Onorevoli Senatori, da gran tempo non avete udita la mia voce, più rada la udrete da ora in poi: ond’oio per questo solo titolo l’aspetto da voi, se non benevola, almeno cortese benevolenza. Nello svegliarsi di quel senso che si appella dignità umana, accanto alla voce Statuto suona quest’altra, Magistratura. Che significa ciò? Significa che la legge riconosce il diritto, il magistrato l’attua e lo guarentisce. Il grido di ogni rivoluzione fu sempre di giù il Governo. Mai non udimmo a gridare giù la Magistratura . Che vuol dire quest’altro? Vuol dire che il governo è la forza del diritto, la Magistratura è la sapienza della ragione. Gli stadi della civiltà misurano gli ordini della Magistratura.
 
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