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GIOVANNI SIOTTO PINTOR


Cagliari, Tipografia Timon, 1848
Degli uffici de' magistrati e della virtù civile
Giovanni Siotto Pintor

Antica sentenza è che dal primo amore come perpetua fonte tutti gli altri amori provengono ordinati alla umana felicità. Imperocchè come può amare il sovrano o la patria quegli, cui nullo affetto di gratitudine stringe alla bontà suprema? O la virtù colui che non conosce l’origine di essa? O l’ordine onde deriva ogni bel vivere civile, chi ignora o dispregia il suo principio?

Qualunque ha in mano le sorti del suo simile, è posto a pericoli di seduzione e di smodati affetti. Né lo zelo della fama o dell’onore può in lui tanto, che le opere sue non rispondano a’ consigli del cuore, ogni volta s’induca a credere che non saranno altrui palesi. Ma non è chi nutra in petto religione sincera, e speri di addormentare l’occhio vigile di Dio.

Sincera io dico; conciossiachè la virtù della religione non consista nello esercitare di frequente gli atti del culto, né v’abbia più strana e incomportevol cosa di chi vedasi a tutt’ora pregare i celesti e rendere non intieri giudizi agli uomini.
 
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