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arte aspirazioni colori contatti con altri paesi costumi emigrazione flora e fauna gente geografia giornalismo istruzione italia ed europa leggende limiti lingua modi di dire nazioni extraeuropee religiosità riferimenti letterari storia

Nazioni extraeuropee

La bella di Osilo

Marcello Cossu

p. 130
Eppure il Moro è ospitale come l'oasi del suo deserto.... amico come l'ombra delle sue palme... soave come il frutto del suo cocco. - La sua ardenza supera i calori di Sahara..... il suo furore, i groppi del Simouhr.

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p. 131
Decisamente costui ha il cuore più feroce della tigre d'Africa! - La tigre anch'essa  quando siasi abbeverata di sangue delle sue vittime fa sosta... Ma costui, se anche il sangue delle vittime che immola iniquamente lo allagasse, non sosterebbe dal versarne ancora!.... Eppoi qual mostruosità! - vuole che si rapisca la fidanzata di quel valoroso che gli salvò la vita! - Ma quanti leoni non vi furono che si mostrarono riconoscenti verso coloro che gli salvarono la vita?

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Lanusei, Tipografia Sociale, 1885

Ritedda di Baricau

Marcello Cossu

p. 93
La vita del mandriano Barbaricino è una vita di stenti e di privazioni da disgradarne quella del selvaggio d'Australia.

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p. 110
Infatti è stabilito che i reduci di Crimea arriveranno questa sera.

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pp. 117-118
Dopo la dispatta di Novara fino al 1859, la storia d'Italia si può compendiare in una serie di dolorose vicende, interrotte da qualche lampo di speranza. Alle prigioni, ai patiboli, ai sequestri, alle perquisizioni, alle gravezze d'assedio, e persino alla pena del bastone, le popolazioni soggiogate dallo straniero opponevano lo scudo della resistenza passiva e il fermo proposito di non scendere a nessuna transazione. Nonostante, il Piemonte proseguiva l'opera rigeneratrice delle riforme. Ma per guadagnarsi la simpatia e l'estimazione d'Europa, era d' uopo di qualche avvenimento straordinario che gli offrisse opportunità di fa bella prova di sè e rendere servigi meritevoli di ricompensa e di contraccambio. Ed ecco 15 mila uomini del Piemonte, mercò destra e ferma politica di Cavour, guerreggiare bravamente in Crimea allato della Francia e dell'inghilterra; e il nostro esercito segnalarsi in ogni scontro e coprirsi di gloria nella battaglia della Cernaja. La maggior parte del nostro esercizio destinato per quella spedizione venne formato dai nostri coscritti sardi. Questi nostri figli avevano sempre primeggiato, sia nell'apprendimento delle manovre, sia nella osservanza della militare disciplina, da far meravigliare gli stessi superiori, che, a prima giunta, li avevano considerati come branchi selvaggi. E là, nel lontano Oriente, questi baldi giovani combatterono da leoni, ed ebbero il conforto di riedere in patria col sero della vittoria.

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