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arte aspirazioni colori contatti con altri paesi costumi emigrazione flora e fauna gente geografia giornalismo istruzione italia ed europa leggende limiti lingua modi di dire nazioni extraeuropee religiosità riferimenti letterari storia

Modi di dire

Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875

Elodia e la repubblica sassarese. Romanzo storico

Marcello Cossu

p. 69
Voglio sperare che tracannato questo veleno, la non avrà più desiderio della morte... se tanto costei non si ha in corpo un qualche demonio, che inallora l'affare tornerebbe un po' serio.... e bisognerebbe ricorrere al prete e all'acqua santa, i soli specifici per cacciar via i demonii; ad ogni modo v'è quel proverbio che dice: tentare non nocet.... tentiamo adunque e vedremo!

lingua, modi di dire, religiosità

p. 69
Per Bacco! Se ci sono... reclami il nappo; voglio subito andare da quella strega, che vuole sempre morire - ma che non lascia un sol giorno di mangiare del pane come che sia inferigno e nero.

colori, leggende, modi di dire

p. 76
Talchè egli sarebbe stato associato al pubblico negozio, se la morte del genitore e le preghiere de' suoi compaesani non lo avessero richiamato ai patri lari.

lingua, modi di dire

p. 77
E Guantino avrebbe forse raggiunto il suo intento, se questa terra di triboli, che mai ne può dare di seguito gigli e rose, stanca delle grazie prodigategli ora apprestava a lui il calice amarissimo delle avversità.

flora e fauna, modi di dire

pp. 82-84
Pisa dichiaratasi già nemica di Genova fomentando gli antichi rancori, incominciò l'offensiva col prendere verso il 1276 le difese d'un signore corso a svantaggio della rivale. Costei ne fu punta sul viso e si diede ad allestirsi per la rivendica. In un primo scontro ventiquattro navi pisane furono assalite e fugate. Pisa mal sopportando l'oltraggio, fece di tutto per armare cento e tre galee con le quali andò a schierarsi proprio di fronte a Genova, incitandola alla pugna con infiniti improperi e schiammazzi e gettando dentro le mura per milanteria freccie d'argento. Genova quanto mai superba e severa tutrice dell'onor suo, non appena fu in grado di mettere in mare cento venti galee, ricambiò l'insulto. Pisa ancor più inacerbita risalì sulle navi e corse sitibonda di sangue alla vendetta. Le due nemiche si scontrarono nello scoglio della Meloria che doveva dappoi eternare il fraterno eccidio, e quivi spiegatesi, dato il solito segnale, si azzuffarono. Alberto Morosini ammiraglio veneziano comandava l'armata pisana e Umberto Doria, la genovese. Il primo scontro fu d'ambe le flotte d'egual vigoria e ferocia; il mare ne fu tutto sconvolto e videsi trasformare in un momento - così erano precipitate le mosse delle navi, - in tanti solchi spumosi e densi. Era un continuo scagliar dardi l'un l'altro, proietili, animali velenosi raccolti in vasi di terra e materie incandescenti. [...] Effettivamente essa è fatta prigioniera con undici mila uomini..! Così Pisa giacque sorpresa dal nemico e dal tradimento..! Inallora si formava quel motto: << Chi vuol veder Pisa vada a Genova! >>.

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