Lingua
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Elodia e la repubblica sassarese. Romanzo storico
Marcello Cossu
p. 19
Poi volgendosi a un fido che gli stava al fianco e che era un vigoroso Etiopo, accennandogli l'oggetto della sua attenzione gli fece a mezza voce: - Moro, vedi tu quella fanciulla? - ella è pur bella! - Pel Profeta se è bella! - esclamava il moro spalancando i suoi occhi di cocco - E' una delle Urridi di Allà, colei!
p. 20
Al ricco abbigliamento ed al signorile aspetto dei benvenuti si comprendeva di leggieri quanto essi fossero Anziani o Maggiori, siccome allora si chiamavano le persone spettabili del paese. Costoro infatti che qui per primo compariscono sulle nostre scene e che poi faranno parte integrale del racconto erano i signori più ragguardevoli della Comune di Sassari.
p. 20
E' duopo sapere che quasi contemporaneamente al Bastardo era giunta alla festa altra sollazzevole brigata d'uomini e di donne a cavallo su palafreni bardati con molta gala.
pp. 20-21
Le armi più brunite rilucevano dall'aitante sua statura: un elmetto abbronzato su cui svolazzava il pomposo cimiero difendeva la sua fronte - un giacco di temprato acciaio rilucente per brunitura e finezza di lavoro. copriva il suo largo petto - e gli scendeva al fianco una spada forbita e lucente, appesa al balteo cilestro trapuntato a fiordalisi da mano gentile e maestra.
p. 21
Frenava egli un brioso puledro tutto intento a spiccar corvette e a far bella mostra di se.