Limiti
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
pp. 31-32
Ecco, ripigliava io, trinciando un pollo ben rosoluto e poi di essermi sghermito alquanto degli effimeri assalti della fame >> ecco, questo si chiama mangiare da Cristiani.... A Sassari invece, in quelle locande lì, t'asciugano la borsa per benino, e ti rimpinzano lo stomaco con dei intingoletti camuffati da nomi barbareschi, e che in fondo non sono che carni stantie e verdure di assai basso nome... Ora si hanno preso l'uso di servire alla carta; vò aggiornarvi di questo servizio in voga.
pp. 41-42
Eppoi a me vanno tanto in animo quei giovani, che come Paolo, sono istruiti – san parlar bene l'italiano.. O se tutti i giovani nostri fossero al paro di lui nell'istruzione ed educazione! Vedresti come anche da noi Sardi si saprebbe metter su al mondo... Però dev'esser stato agli studi, Paolo? << Sicuro, ha compiuto il corso ginnasiale. Peccato che non abbiam proseguito; lo trovo d'una mente assai svegliata. Dovette partire alla leva! Ah, fece il soldato Paolo? Si, ed ha combattuto le guerre dell'indipendenza ove riportò onorate ferite, e la medaglia al valor militare.
pp. 62-63
Il lettore me lo perdoni, ma io non fui mai, come nol sono presentemente, amico dei boschi e delle foreste, specialmente da quando udì i trucissimi fatti che vi si compierono, anche in epoche a noi non molto lontane!... Per somma nostra disgrazia in Sardegna e là in quelle incontrade, ove la civiltà non ha messe ancora radici, non si può viaggiare con quella tranquillità d'animo di cui dovrebbe godere ogni cittadino. Però v'è da sperare che in progresso di tempo colle comunicazioni, che mercè la rete stradale e ferroviaria, si avranno coi centri inciviliti dell'Isola – colla solerte vigilanza della forza pubblica, aumentata in numero e coll'istruzione popolare, anche questa remota terra diverrà sede della pace, del progresso e dell'incivilimento.
p. 64
Qui, primo a riceverci fu un gruppo d'uomini armati fino alla gola, con lunghi tabarri incapucciati e con tale fierezza nell'aspetto, che un forestiero nel giungere avrebbe presi per uomini di malaffare. Eran invece i Baracelli intenti a far la ronda pel villaggio. Questa instituzione che nella nostra Isola data da lungo, e che dalla maggior parte dei Comuni si vuol tuttavia sostenere, dovrebb'essere da una buona volta abolita. Si pensi all'aggravio che ne ridonda sugli amministrati, che per tutelare i loro interessi d'agricoltura, devono ogn'anno pagare alla Compagnia la dovuta renda, la quale suole stabilirsi in proporzione al seminerio che si fa, e al bestiame che si possiede; si pensi che è tutto carico del Governo la tutela dei pubblici e privati interessi d'ogni cittadino, il quale all'uopo, paga le sue imposte che son pur troppo forti.
pp. 116-117
Gli altri villaggi della ricca valle sono paesucci che gemono nella miseria; privi di convenienti comunicazioni, che mettano nei principali centri inciviliti dell'Isola, non fruiscono del progresso ognora crescente; mancano d'attività, perchè mancano del commercio; son poveri oscuri, perchè le loro braccia non bastano a ben coltivare quelle care campagne, che pur sorridono loro intorno! Un tempo però quell'incantevole contrada doveva essere animata da alacri e numerose popolazioni educate all'industria, incallite nel lavoro, donde gli antichi dominatori avranno ricavato ricchezze immense. In quei pressi si riscontrano vestigi d'una remote prosperità. Ora quasi tutta la vasta regione giace incolta, muta; appena la terza parte è solcata dal modesto vomere dell'agricoltore, il rimanente è abbandonata al vandalismo della pastorizia.