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Flora e fauna

Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875

Elodia e la repubblica sassarese. Romanzo storico

Marcello Cossu

p. 37
Ai piedi dell'altipiano in cui si sorgono le rovine del monastero e la chiesetta, evvi un gran vallone irrigato da un torrente e da varie fontane di acque freschissime. Inallora questo vallone offriva un bellissimo aspetto; esso era coltivato con molta cura dai monaci di Vallombrosa come lor feudo a vigneti. A ulivi, a melarancie e fruttaglie. Ormai il solo modesto vomere lo solca. In questo luogo appunto e lungo le coste della torrente si eseguiva la corsa del palio; il vallone e l'altipiano facevano agli aspettatori le veci di steccato.

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pp. 37-39
In questo luogo appunto e lungo le coste del torrente si eseguiva la corsa del palio: il vallone e l'altipiano facevano agli aspettatori le veci di steccato. Dopo una mezzora circa, i vari  barberi erano arrivati al sito destinato per la corsa, i graziosi fantini tosto li inforcarono, e ormai erano tutt'orecchi per ascoltare il segno che si doveva dare da un maggiore di Salvenero. Questi finalmente tolse un corno e vi soffiò forte - i fantini gridarono ad una voce: << Uno - seguì un secondo suono; e quelli: << Due  - finalmente un terzo che però si perdette tra il rimbombo del terreno calpestato dai corsieri, fra un nuvolone di polvere e le grida frenetiche degli aspettatori. Eccoli, eccoli! - gridava la maggior parte di essi, - Domine aiutali; San Michele assisteteli... - Da lontano si vedevano infatti i diversi corsieri correre con un impeto straordinario e contendersi con ansia indescrivibile il primo posto avanti; quindi raggiungersi, di superarsi, quando uno quando l'altro, ma finalmente vincere quello sopra tutti prevaleva. Ben diceva io, - esclamavano tanti, - che il baio dorato di Plovace avrebbe vinto il primo premio; ecco vedetelo è arrivato già alla metà del palio. - E quì battimani e giubilanti grida - Il secondo giunge or ora; esso e il nero di  Bisarcio. Domine che slanci! Gli viene appresso il buero di Sassari il griggio d'Ampurias vorrebbe raggiungerlo; ma si – aspetta un altro poco che ti farà vedere la coda.... Anche l'Isabella di Sorres aspira ad un premio [...] Al primo fu donato un drappo di costoso damasco; al secondo altro drappo di brocato ed al terzo, del velluto. Gli altri non si ebbero che parole di conforto.

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p. 41
Rodolfo che non si era mai sentito parlare così franco da un uomo del volgo, si meravigliò forte, e poi squadrato colui da capo a piedi arruffò il viso come gatto a cane che tenti rapirgli la preda.

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pp. 44-45
Dalla parte del ponente si erano levati densi nuvoloni che in un momento avevano occupato tutta la distesa del cielo rendendola fosca e minacciosa – e avevano antecipato sulla natura le ombre della notte. Si vedeva la villanella  premurosa nel ricondurre all'abituro le sue capre – e il pestorello più sollecito nel chiamare a raccolta il suo gregge. Il boschetto che esisteva fra Ploaghe e Ardara era in quell'ora immenso nel silenzio, solo qualche volta vi si udiva l'usignolo cantare un dolcissimo canto, mentre il cinghiale lasciato l'ispido covo pasceva tranquillo, e il capriuolo gareggiava nel corso con la sua compagna. Odesi a un tratto per quegli inospitali sentieri il caplestio di cavalli mossi a gran fuga e tosto vedonsi comparire due furibondi cavalieri che sferzano, spronano, divorano la via - senza tregua finchè non raggiungono una vasta mole di castello ove smontano. Essi erano il Bastardo e Moro di ritorno della festa di Salvenero avviati al Castello d'Ardara loro dimora.

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pp. 50-51
La sala di cui intendo parlare era vasta assai e magnifica; aveva due ordini di colonne di marmo che sostenevano una volta a basso-rilievi ove sopratutto, spiccava un quadro, rappresentante San Gavino vestito alla romana e assiso su d'un cavallo bianco. I tramezzi della colonnata erano chiusi da ampie cortine di damasco e ogni basamento era ornato da un trofeo di spade, elmi e scudi. Nel fondo della sala s'ergeva un suntuoso baldachino di damasco giallo sormontato da una corona di torri dorate; a destra e sinistra eranvi vasti seggioloni rabescati e due aurei candelabri, che in quel mentre illuminavano tutta la sala.

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