Emigrazione
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
pp. 18-19
Esule fin dai verd'anni dalla sua patria, Sorrento, ove nacque l'anno 1544, Torquato Tasso ramingò per l'Italia con suo padre, caduto ingiustamente in disgrazie del suo principe – e fino a che , non si riducessero entrambi a prendere ferma dimora in Padova. Ivi il Tasso frequentò con grande profitto le pubbliche scuole, e non tardò a manifestarsi in lui un sublimissimo ingegno e uno svegliato poeta; tant'è, ancora giovinotto diede alla luce di molte poesie, e pose mano a quel celebre poema, che doveva poi onorare tutta l'Italia. Fin d'allora, e nella fresca età di ventun anno, per la fama delle sue giovanili, fu invitato e accolto onorevolmente nella corte di Ferrara. Colà il Tasso, terminò di scrivere e pubblicò la sua Gerusalemme. [...] Ella fu la principessa Eleonora, sorella del Duca d'Este, presso cui albergava. Ella lo consolava con dolci e amorevoli parole; e gli addimostrò tanta benignità ed affetto, che il giovine poeta sentissi per lei commuovere, fin nelle più intime fibre del cuore, e l'amò.
p. 127
Inallora vivevamo mio padre e il padre di lei - due tipi pastori dallo stampo antico. Essi, divenuti ricchi dalle pingui entrate di lane e di formaggi e dalle vendite di molte partite di bestiame, e più dalla fortuna che a loro sempre arrise, avevano abbandonato la campagna e s'erano ridotti al paese; conservando però il carattere che avevano sortito e le costumanze pastorali, solo affidando la custodia dei numerosi armenti a dei lor servi-pastori.
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 431
All'ombra della chiesa Efix invece sentiva altri gruppi di paesani parlare dell'America e degli emigranti.
- L'America? Chi non l'assaggia non sa cosa è. La vedi da lontano e ti sembra un agnello da tosare: ci vai vicino e ti morsica come un cane.
- Sì, fratelli cari, io ci andai con la bisaccia a metà piena e credevo di riportarla colma; la riportai vuota!
p. 532
- Dunque, in viaggio eravamo tutti poveri diavoli: si andava, si andava, senza sapere dove si andava a finire, ma sempre con la speranza del guadagno. Si andava, in fila, come i condannati...
p. 533
- Eravate proprio in campagna? Dicono che là è tutto caro. Rammenti quello che raccontavano gli emigranti, laggiù al Rimedio? Eppoi, dicono, è un paese dove non ci si diverte.
- Oh, per questo ci si diverte! Chi ha voglia di divertirsi, s'intende! Chi suona, chi balla, chi prega, chi si ubriaca: e poi tutti se ne vanno...
- Se ne vanno? E dove?
- Volevo dire... alle loro baracche, a riposarsi.
- E che lingua parlano?
- Lingua? Di tutte le parti. Io parlavo sardo, coi miei compagni...
- Ah, tu avevi dei compagni sardi?
- Avevo dei compagni sardi. Uno vecchio e uno giovane. Mi pare di averli ancora ai fianchi, salvo il rispetto alle loro signorie.