Emigrazione
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1945
Cenere
Grazia Deledda
p. 135
laquo;Mi riposerò», pensava, preparando rapidamente la valigia e ricordando i lunghi preparativi della sua prima partenza da Nuoro. «Ah, quanto vorrò dormire queste vacanze! Non voglio diventare nevrastenico. Salirò sulle montagne natìe, sul Gennargentu vergine selvaggio. Da quanto tempo sogno quest'ascensione! Visiterò la vedova del bandito, il fraticello Zuanne, il figlio del fabbricante di ceri. E il cortile del convento?... E quel carabiniere che cantava A te questo rosario?»
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 199
Così arrivammo a Nuoro e andammo nella casa di zio Giuseppe Maria Conzu. Là rimasi cinque anni a pensione; a pensione per modo di dire perché pagavo solo il fitto di una stanzetta terrena e mi preparavo il pasto da me con le provviste che ogni due o tre settimane mio padre mi mandava.
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Marianna Sirca
Grazia Deledda
p. 735
Aveva quasi soggezione a rivolgersi a lui, che pure era stato il suo servetto; le pareva ch'egli tornasse da un viaggio in altre terre, dove era cresciuto, dov'era diventato uomo e aveva appreso tutte le cose cattive e anche le cose buone della vita, come gli emigrati che tornano dalle Americhe.
Milano, Mondadori, 1972
Paese d'ombre
Giuseppe Dessì
p. 100
Attualmente studiava legge a Torino e stava a Norbio soltanto nei periodi di vacanza.
p. 272
Mai come durante quelle traversate notturne si sentiva solo, con un’accorata pietà per se stesso, per la sua gente, per la sua Isola, per il piccolo mondo ben noto, dal quale si allontanava ogni minuto di più. I suoi paesani, contadini e pastori, dormivano per terra nei corridoi o sul ponte. Lasciavano l’Isola attratti da chissà quale illusorio miraggi.