Arte
Lanusei, Tipografia Sociale, 1885
Ritedda di Baricau
Marcello Cossu
p. 23
Non lungi dal villaggio di Lotzorai, presso un monticello, si vedevano ancora le rovine di un vecchio castello detto di Ogugliastra. Il nome di Ogugliastra cambiato poi in quello di Ogliastra, non viene dall'ulivo selvatico (oleastro), che abbonda in tutta l'Isola: ma da un obelisco in pietra, detto dai naviganti Aguglia, che si trova nel bordo del mare un poco al nord di S. Maria Navarrese, sotto Monte Santu, prima d'arrivare al capo di questo nome. Questo obelisco è formato naturalmente da un gran masso di roccia calcarea.
p. 30
Testimoni a quei miseri amori Si commossero i tremuli fiori; Pianser l'erbe, e di piccioli nuvoli Si velaron le stelle del ciel.
PRATI
pp. 39-40
A Lanusei è il costume di fare la cenetta fra gli amici. Nell'amena stagione, sul far della sera si esce in campagna, si stende la tovaglia sotto un bel albero, che rischiarono con globetti da luminaria, pensili fra i rami, e vi si mangia allegramente. Nell'inverno si radunano in un'osteria, e vi fanno ciò che spesso facevano gli Eroi di Omero.
p. 39
Più generoso vin non è chi vante Di quel d'Ogliastra. Son gli Ogliastrini Generosi del par, che i loro vini: Scalda lo stesso sole uomini e piante.
PAOLO MOSSA - Epigramma
p. 46
Dopo la cordula venne portato in tavola il succulento porchetto, altra specialità sarda, cui, Padre Bresciani, illustratore classico dei nostri Costumi, dedicò una lunga pagina, ad uso e consumo dei gastronomi.