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ENRICO COSTA


Il principe Tomaso
Enrico Costa

 

Sabato, 20, alle ore 2 pom. arrivava nella nostra città il Principe Tomaso accompagnato dagli ufficiali della Cariddi. Erano a riceverli il Sindaco, il Prefetto e tutte le altre autorità civili e militari. - seguito da immensa folla, gaia e plaudente, S. A. R. daopo aver fatto il giro della città, si recò al palazzo municipale ed all'Orfanotrofio, dove lasciò 1000 lire, volendo così inaugurare la sua venuta con un saluto alla città di Sassari e con un'opera di beneficenza. Ripartito alle 3 e 30 per Portotorres fece ritorno a Sassari la sera del giorno appresso (21) alle ore 4. percorse la Via Vittorio Emanuele fra un'onda di popolo. Le finestre erano adorne di molte signore, e la Banda Piccola lo salutò in Piazza Castello intuonando la marcia reale. Passeggiò a piedi lungo i viali del Giardino Pubblico, in mezzo a una popolazione vivace che accorreva da tutte le parti per salutarlo, ed ai concenti dell'altra Banda Cittadina che rallegrava la passeggiata. - Verso le 5 si portò al palazzo municipale, e da questo all'Albergo d'Italia dove gli fu offerto dal Municipio un pranzo, al quale furono pure invitati tutti i Rappresentanti, le autorità civili e militari. Alle 7 visitò le sale del nostro Circolo, ed alle 8 si recò al Teatro dove rimase fino alla metà dell'ultimo atto. - Alle 9 e 45 ripartì per Portotorres, promettendo di ritornare ancora per godere del ballo in costume offertogli dal Circolo, se però la Cariddi non fosse stata costretta, pel cattivo tempo che minacciava, a prendere il largo.

La dimostrazione della nostra popolazione fu spontanea, cordiale, sentita; non era quella accoglienza compassata, quella dimostrazione composta di grida frenetiche e di basse adulazioni; insomma, oserei dire che mancava affatto quella tinta ufficiale che rende tali feste molto pesanti. - La popolazione era vivace, gaia; sentivasi contenta e si divertiva. Dirò di più - non era questione di Re né di Principi, era un'irresistibile simpatia, di cui forse nessuno sapea darsi ragione... ma la ragione vi era. - Insieme al nome di Tomaso udivasi pronunziare un altro nome - quello di sua sorella - il nome di Margherita.

Quando il Principe passeggiava a piedi nei viali del Giardino, ho udito una donna di media condizione dire ad una sua vicina: - È biondo come lei - al par di lei dev'essere buono e generoso! - Ed io ho meditato su queste parole, che certo non erano strappate dalla riconoscenza, perché forse quella donna non avea veduto che in ritratto la simpatica Principessa. E dissi fra me: " L'essere amati è una benedizione del cielo! - La luce potrà rifiutarsi di battere sui brillanti d'una corona - gli eventi della politica possono gettare un'ombra sul fasto di un trono, perché vi ha un entusiasmo fittizio che cessa quando cessa il prestigio d'un nome! - ma vi ha una luce che si spande serena nelle nostre anime e rannoda i nostri cuori con un vincolo misterioso - è la luce che emana dalla bellezza e dalla bontà, luce eterna come il creato, che diffonde un raggio soave sui nostri cuori e ci rende buoni, perché la bontà si comunica colla rapidità dell'elettrico. - Vi dirò francamente che, tutte le feste, tutti gli applausi, tutte le musiche non mi colpirono tanto come le parole di quella donna: - È biondo come lei - al par di lei dev'essere buono e generoso! - E quella donna aveva con sé un fanciullo di circa 4 anni, che tratto tratto sollevava da terra perché vedesse il biondo Ospite; e aveva forse un augurio nel cuore: il solo augurio di una tenera madre per le sue creature: - fate, o Dio, ch'ei cresca sempre buono! - perché buono sarà amato - e amato sarà felice, anche povero!".

                                                                                   ***

Il Teatro era un vero mazzetto di fiori! - i brillanti si contavano facilmente; ma chi avrebbe potuto contare i lampi di tante pupille sfolgoranti di curiosità affettuosa? - i brillanti si contavano facilmente; ma chi avrebbe potuto contare i lampi di tante pupille sfolgoranti di curiosità affettuosa? - Le toelette erano tutte eleganti, alcune sfarzose, la maggior parte di buon gusto. Molte vesti si erano allontanate dal collo, ed avevano sceso un gradino... e forse anche due!... Ho osservato all'uscita del Teatro che lo strascico delle vesti delle signore era più notevole che negli altri giorni; e ne ho trovato la ragione: la stoffa che si allunga da una parte diminuisce dall'altra - ciò accade anche a quei poveri diavoli che si cacciano sotto un lenzuolo troppo corto!

S. A. R. ha sempre parlato della Sardegna, e l'espressione sua più frequente era questa: Dio! quanto si esagera! Volendo alludere con ciò alle troppo nere descrizioni che forse gli aveano fatto dei nostri barbari costumi. - Nel pranzo si alzò in piedi e fece questo brindisi: "Bevo alla prosperità dell'illustre città di Sassari, che, per sole virtù cittadine, si rese uguale alle altre città del Continente, sebbene da queste, per la sua posizione, sia divisa dalle barriere del mare!"

Il nostro amico e collaboratore Secchi-Dettori offrì al Principe una bella poesia, che S. A. accettò con belle parole - disse che la Sardegna gli era cara, perché egli era Sardo di cuore.

La Corvetta è partita per Porto Conti il giorno 22 alle 2 pom.; ma il Principe vuole ad ogni costo godere del ballo, ed ha promesso di ritornare a Sassari per la via di Alghero. La Direzione del Circolo prepara intanto le sue sale per la venuta del Principe.

 
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